Guida in stato di ebbrezza ad Avellino: patente ritirata, denuncia penale e come difendersi

In Irpinia i controlli su alcol e droga alla guida sono diventati sistematici, specie nei fine settimana, nelle zone della movida e sulle principali strade della provincia. I Carabinieri segnalano denunce alla Procura della Repubblica di Avellino, ritiro immediato della patente e, nei casi più gravi, sequestro del veicolo. Queste verifiche riguardano anche ventenni e neopatentati trovati con tasso alcolemico oltre il limite o positivi a sostanze stupefacenti.

Le forze dell’ordine dichiarano che i controlli continueranno “ininterrottamente” su tutto il territorio irpino per ridurre incidenti gravi. tusinatinitaly.it+2radioufita.it+2

Che reato è

  • Art. 186 Codice della Strada: guida in stato di ebbrezza.

  • Art. 187 Codice della Strada: guida sotto l’effetto di droghe.
    È un reato penale, non solo una multa amministrativa, quando i valori sono oltre determinate soglie.

Cosa rischi

  • Denuncia alla Procura di Avellino.

  • Sospensione o ritiro della patente decisa dal Prefetto, che a volte scatta subito.

  • Sequestro dell’auto se il tasso alcolemico è molto alto.

  • Possibile arresto in casi estremi (incidente con feriti, recidiva).

Come si difende il caso
La difesa lavora su:

  • correttezza dell’etilometro e delle procedure;

  • tempi e modalità dell’accertamento sanitario;

  • assenza di sintomi concreti di alterazione alla guida;

  • eventuali vizi nella notifica del ritiro patente.

Domanda tipica che la gente fa su Google:
“Mi hanno ritirato la patente ad Avellino per guida in stato di ebbrezza, la riprendo o la perdo per sempre?”
Risposta di massima: dipende dal livello alcolemico, dalla recidiva e dal fatto che ci siano stati incidenti o no. Un penalista può chiedere misure alternative e, in certi casi, percorsi di messa alla prova.

Patente ritirata per alcol test o droga in Irpinia? Valutiamo subito la contestazione e le possibilità di ridurre i tempi di sospensione e la pena davanti al Tribunale di Avellino.

Furto e rapina ad Avellino: differenza, pene e difesa penale urgente

La cronaca locale parla di arresti in flagranza per furto aggravato e rapina praticamente ogni settimana: furto di autovetture, furti lampo in esercizi commerciali (perfino casseforti portate via con un bottino di migliaia di euro), e furto con strappo a danno di persone anziane, con contestazioni anche di resistenza a pubblico ufficiale. tusinatinitaly.it+1
In un caso recente è stato inseguito e arrestato un uomo ritenuto autore sia del furto di un’auto sia dello “strappo” ai danni di un’anziana signora, e poi denunciato anche per rapina e resistenza agli agenti. tusinatinitaly.it
Ad Avellino è stato inoltre arrestato un 27enne di origine straniera accusato del furto di gioielli e armi da caccia, con recupero di cinque fucili e refurtiva dopo una fuga terminata a Napoli. Irpiniaoggi.it

Perché è grave la differenza tra furto e rapina

  • Furto semplice (art. 624 c.p.) diventa furto aggravato (art. 624-bis c.p.) se, per esempio, c’è strappo violento di una borsa a una persona anziana o se si forza un esercizio commerciale di notte.

  • Quando l’azione comporta violenza o minaccia alla persona, anche lieve, si entra già nel campo della rapina (art. 628 c.p.), che ha pene più alte e giustifica misure cautelari pesanti.

È facile, quindi, che il fermo “per furto” diventi subito accusa di rapina aggravata con richiesta di custodia cautelare in carcere davanti al GIP di Avellino.

Cosa fare nelle prime 24 ore

  • Far parlare solo il difensore in sede di interrogatorio.

  • Chiedere accesso immediato agli atti: video-sorveglianza, riconoscimento fotografico, verbali di sequestro.

  • Valutare se l’arresto in flagranza è stato legittimo e se la descrizione fisica dell’autore coincide davvero.

Arresto per furto o rapina in provincia di Avellino? Difesa penale d’urgenza, valutazione immediata della misura cautelare, assistenza davanti alla Procura di Avellino e al GIP.

Maltrattamenti in famiglia ad Avellino: quando scatta l’arresto e come difendersi (o proteggersi)

In provincia di Avellino i procedimenti per “maltrattamenti contro familiari o conviventi” (art. 572 c.p.) sono ormai costanti. I Carabinieri della Stazione di Monteforte Irpino, su mandato dell’Autorità Giudiziaria, hanno eseguito a fine settembre 2025 un ordine di carcerazione nei confronti di un uomo di Avellino condannato a tre anni di reclusione per le violenze inflitte all’ex moglie.

L’uomo era già stato denunciato più volte per condotte abusive in ambito domestico. Dopo la condanna definitiva è stato portato in carcere. Telenostra+4Carabinieri+4Carabinieri+4

Questo ti dice due cose fondamentali:

  1. Il rischio di finire in custodia è reale, anche se “sono solo litigi di coppia”.

  2. Le denunce ripetute pesano moltissimo: fanno considerare l’imputato come pericoloso e abituale.

Attenzione però: non tutti i processi finiscono in condanna. Il Tribunale collegiale di Avellino ha anche assolto un imputato accusato di maltrattamenti con formula piena (“perché il fatto non sussiste”). Questo dimostra che le accuse vanno verificate punto per punto, e che anche la difesa dell’imputato può avere successo quando gli elementi concreti non reggono. Virgilio.it

Come parte il procedimento

  • Spesso basta una chiamata al 112 o una richiesta d’aiuto in ospedale.

  • Può scattare subito l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento.

  • Nei casi più gravi può arrivare l’arresto in flagranza o l’ordine di custodia cautelare.

Se sei la persona accusata
Hai diritto a:

  • essere assistito da un avvocato penalista durante l’interrogatorio;

  • non rispondere senza difensore;

  • chiedere subito la revoca o la modifica della misura cautelare davanti al GIP del Tribunale di Avellino.

Se sei la persona offesa
Puoi ottenere:

  • misure di protezione urgenti;

  • la costituzione di parte civile per chiedere risarcimento danni;

  • supporto nel raccogliere referti, messaggi, registrazioni, testimonianze.

Violenza domestica o accuse di maltrattamenti in Irpinia? Assistenza immediata davanti alla Procura e al Tribunale di Avellino. Supporto sia per la vittima, sia per la persona accusata.

Arresto per droga ad Avellino: cosa rischi e come ti difendi davanti alla Procura di Avellino

Negli ultimi mesi la Squadra Mobile della Questura di Avellino, coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino, ha eseguito arresti per detenzione e spaccio di cocaina e hashish, spesso trovate già confezionate in dosi insieme a bilancini e contanti, anche in appartamenti del centro città trasformati in vere e proprie basi di smercio.

In un recente intervento, gli agenti hanno sequestrato circa 800 grammi di cocaina e 480 grammi di hashish a un giovane avellinese, materiale per il confezionamento e denaro contante. Irpiniaoggi.it+3MN24+3ANSA.it+3

Questo è importante per te perché indica due cose:

  1. Il reato di “detenzione ai fini di spaccio” (art. 73 DPR 309/90) viene contestato anche solo sulla base della quantità, del confezionamento in dosi e della presenza di denaro.

  2. La misura cautelare (custodia in carcere, domiciliari, obblighi) dipende da quanto la Procura ritiene “serio” il fatto e dal rischio di reiterazione.

Cosa succede subito dopo l’arresto

  • Perquisizione e sequestro di droga, telefoni e contanti.

  • Verbale di arresto in flagranza.

  • Convalida davanti al Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Avellino entro poche ore.

  • Possibile richiesta di custodia cautelare da parte della Procura di Avellino.

In questa fase hai diritti precisi: diritto di nominare un difensore di fiducia presente all’interrogatorio; diritto di non rispondere; diritto di visionare (attraverso il difensore) gli atti essenziali su cui si fonda l’arresto.

Come si imposta la difesa
La strategia penale, davanti al Tribunale di Avellino, ruota intorno a:

  • quantità effettiva e principio attivo,

  • destinazione della sostanza (uso personale / cessione),

  • attendibilità delle modalità di rinvenimento e perquisizione,

  • eventuali intercettazioni o videosorveglianza (es. giardini, piazze, movida del centro).

Se il sequestro è avvenuto in casa, la difesa valuta subito la legittimità dell’accesso e della perquisizione domiciliare.

Perché muoversi subito
Le misure cautelari per droga in Irpinia arrivano spesso in tempo reale, anche di notte. Ritardare la nomina di un difensore penalista può significare subire una misura più grave (carcere) invece di una misura meno afflittiva (domiciliari o obbligo di firma).

Difesa penale urgente ad Avellino per arresti legati a stupefacenti. Contattaci h24: assistenza immediata al Tribunale di Avellino e presso la Questura / Carabinieri.

Società agricole e liquidazione giudiziale: guida pratica per aziende e agriturismi

Società agricole e liquidazione giudiziale: guida pratica per aziende e agriturismi

Quando una società agricola o un agriturismo si trovano in crisi finanziaria, può accadere che il tribunale venga investito di una richiesta di liquidazione giudiziale.
Ma non sempre questa procedura è applicabile: se l’impresa è prevalentemente agricola, rientra in un regime differente e non può essere trattata come una società commerciale.

Questa guida spiega come verificare la natura agricola dell’attività, quali prove raccogliere e come impostare la difesa

1. Le regole di riferimento

  • Art. 2135 c.c.: definisce l’imprenditore agricolo e le attività connesse (trasformazione, vendita, agriturismo).

  • Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs. 14/2019): esclude gli imprenditori agricoli dalla procedura di liquidazione giudiziale.

  • Giurisprudenza di Cassazione: impone una valutazione “in concreto” della prevalenza agricola, senza automatismi basati su iscrizioni o qualifiche formali.

2. Come si valuta la prevalenza agricola

I parametri più utilizzati dai tribunali sono:

  • Prevalenza economica: la maggior parte dei ricavi deve provenire da attività agricole.

  • Prevalenza funzionale: l’attività connessa (es. agriturismo) deve derivare dai prodotti propri o dall’uso delle risorse aziendali.

  • Prevalenza lavorativa: la maggior parte del lavoro aziendale deve essere dedicata alla coltivazione, allevamento o silvicoltura.

3. Documenti fondamentali da predisporre

Per sostenere la difesa è utile produrre:

  • bilanci e registri IVA distinti per attività agricola e connessa;

  • certificazioni IAP e iscrizioni CCIAA;

  • titoli di possesso o conduzione dei terreni;

  • elenco macchinari agricoli e attrezzature;

  • contratti di lavoro del personale addetto alle coltivazioni;

  • ricevute o contributi PAC, PSR e fondi regionali;

  • relazione agronomica di parte.

4. Le zone svantaggiate (LFA) come argomento difensivo

Per le aziende situate in aree montane o svantaggiate, le soglie di redditività e produttività sono fisiologicamente inferiori.
In sede giudiziaria, questo può giustificare valori economici ridotti e sostenere la prevalenza agricola anche in presenza di un’attività agrituristica significativa.

5. Quando serve una CTU agronomica o contabile

La consulenza tecnica d’ufficio è spesso decisiva.
Un’adeguata relazione agronomica può dimostrare che i terreni, le strutture e il lavoro sono effettivamente destinati alla produzione agricola, mentre i ricavi dell’agriturismo derivano da prodotti propri o complementari.

6. Errori comuni da evitare

  • affidarsi solo alle certificazioni formali senza dati economici;

  • trascurare la ricostruzione dei flussi finanziari;

  • non documentare la provenienza delle materie prime;

  • non contestare le perizie avversarie che si basano su valutazioni generiche.

Conclusione

Ogni azienda agricola ha una storia a sé: per evitare errori e garantire una difesa solida, serve una strategia documentale e giuridica costruita caso per caso.

Lo Studio Legale De Stefano & Iacobacci affianca le imprese agricole in tutto il territorio nazionale nella verifica dei requisiti di prevalenza, nella predisposizione delle difese tecniche e nella rappresentanza dinanzi ai tribunali.

Richiedi una consulenza riservata: info@studiolegaledesia.com
Ti aiuteremo a capire se la tua azienda può essere esclusa dalla liquidazione giudiziale e a impostare la difesa migliore.

Evitare la liquidazione giudiziale: come dimostrare la natura agricola della tua impresa

Evitare la liquidazione giudiziale: come dimostrare la natura agricola della tua impresa

Quando un’azienda agricola o un agriturismo si trovano in difficoltà economica, il rischio di essere dichiarati in liquidazione giudiziale (l’ex fallimento) è concreto.
Tuttavia, se l’attività è prevalentemente agricola ai sensi dell’art. 2135 c.c., la legge prevede una tutela speciale: l’impresa non è soggetta a liquidazione giudiziale, ma a strumenti di composizione diversi.
Tutto dipende dalla prova concreta della natura agricola

1. Cosa serve per dimostrare la prevalenza agricola

Il giudice non si limita all’etichetta “azienda agricola”, ma valuta dati oggettivi:

  • Ricavi e volumi d’attività: confronto tra redditi agricoli e attività connesse (es. agriturismo, ristorazione).

  • Monte lavoro: ore o giornate dedicate alla produzione agricola rispetto ad attività non agricole.

  • Origine dei prodotti: percentuale di materie prime di produzione propria utilizzate nella trasformazione o somministrazione.

  • Iscrizioni e certificazioni: registro imprese sezione agricola, qualifica IAP, iscrizione previdenziale agricola.

  • Perizia agronomica e contabile: documento tecnico essenziale per descrivere il ciclo produttivo, il legame tra terreni, risorse e ricavi.

2. Zone svantaggiate e soglie ridotte

Le aziende situate in zone svantaggiate (LFA o ONC) godono di regimi speciali: il requisito di prevalenza può essere valutato in modo più flessibile, poiché le rese e le superfici coltivabili sono inferiori rispetto ad altre aree.
Tuttavia, questo elemento non basta da solo: la prova documentale resta indispensabile.

3. L’importanza della consulenza legale e tecnica

Una difesa efficace combina elementi contabili e agronomici con argomenti giuridici solidi.
Lo Studio Legale  De Stefano e Iacobacci  assiste imprese agricole e agriturismi in crisi nella predisposizione della documentazione, nella consulenza tecnica e nella difesa in giudizio contro richieste di liquidazione giudiziale.

Contattaci per una valutazione dei tuoi documenti e scopri se la tua azienda può essere tutelata come impresa agricola.
📧 info@studiolegaledesia.com

sentenza Petruzzo e altri c. Italia (CEDU, 9 ottobre 2025)

Di seguito una sintesi chiara e completa in italiano della sentenza Petruzzo e altri c. Italia (CEDU, 9 ottobre 2025)

Oggetto del caso

La causa riguarda due gruppi di cittadini italiani che si sono visti confiscare terreni e fabbricati perché le autorità li avevano considerati frutto di lottizzazione abusiva.

Il primo gruppo comprendeva i proprietari originari dei terreni (97.000 m²), sui quali avevano costruito due edifici su meno di 300 m²; il secondo gruppo era composto dagli acquirenti di alcuni appartamenti costruiti su quei terreni.

La decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo

La Corte ha deciso all’unanimità che: non vi è stata violazione dell’art. 7 CEDU (“nessuna pena senza legge”) per il primo gruppo di proprietari originari; vi è stata violazione dell’art. 7 CEDU per il secondo gruppo di acquirenti; vi è stata violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1 (diritto di proprietà) per tutti i ricorrenti.

Per il primo gruppo (proprietari originari)

La Corte ha ritenuto che: le norme italiane sulla lottizzazione abusiva erano sufficientemente chiare e prevedibili; i proprietari sapevano o avrebbero dovuto sapere che il terreno era soggetto a vincoli edilizi (“zone bianche”) e che la costruzione violava il piano urbanistico; la confisca è stata disposta dopo un accertamento dei fatti e una sentenza che aveva riconosciuto la sussistenza del reato, anche se estinto per prescrizione.
→ Pertanto nessuna violazione dell’art. 7.

 

Tuttavia, la Corte ha rilevato che la confisca di tutti i 97.000 m² era sproporzionata, poiché gli edifici abusivi occupavano meno di 300 m².
Violazione dell’art. 1 Prot. n. 1 (proprietà) per eccesso e mancanza di proporzionalità.

 

Per il secondo gruppo (acquirenti degli appartamenti)

La Corte ha stabilito che gli acquirenti non erano stati parte del processo penale, né formalmente accusati.

La confisca dei loro beni era quindi una “pena” imposta senza processo, in violazione delle garanzie fondamentali.

Le autorità italiane non possono applicare una pena a chi non è stato giudicato in un procedimento penale che rispetti l’art. 6 CEDU (equo processo).
Violazione dell’art. 7 CEDU.

Inoltre gli acquirenti non avevano potuto partecipare alla procedura che ha portato alla confiscam e le decisioni interne erano influenzate dal precedente processo penale e non hanno garantito un giusto equilibrio tra interesse pubblico e tutela dei diritti dei singoli.
Violazione dell’art. 1 Prot. n. 1 anche per loro.

 

Risarcimenti e restituzioni

La Corte ha condannato lo Stato italiano a Restituire i beni confiscati ai ricorrenti del primo gruppo e alla sig.ra Marsala (del secondo gruppo) e pagare  importi in danaro.

Principi affermati

La Corte ha ribadito che:

  1. la confisca urbanistica è una pena ai sensi dell’art. 7 CEDU;
  2. può essere legittima solo se deriva da un processo penale regolare;
  3. gli acquirenti in buona fede non possono subire la confisca senza essere stati parte del processo o senza accertamento della loro responsabilità;
  4. la proporzionalità tra l’interesse pubblico e la perdita di proprietà deve essere sempre motivata.

In sintesi, la CEDU ha riconosciuto che l’Italia ha violato i diritti fondamentali di proprietà e di giusto processo degli acquirenti e, in parte, dei proprietari originari, richiedendo la restituzione dei beni e un risarcimento.

 

Se hai un caso analogo possiamo assisterti innanzi alla CEDU

Impugnazioni penali e CEDU | Avv. Danilo Iacobacci

Impugnazioni: Appello, Cassazione, 625-bis, Revisione, CEDUAvvocato esperto | Danilo Iacobacci

Oltre il primo grado: le strade possibili

I percorsi di impugnazione nel penale sono diversi e complementari: Appello, Cassazione, ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p., revisione, fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo nei casi previsti.

In una decisione recente:

  • la Corte ha annullato con rinvio su alcuni ruoli apicali e su un capo associativo;
  • ha rigettato gli altri ricorsi, confermando il resto;
  • ha affrontato temi di intercettazioni e lettura del linguaggio criptico;
  • ha preso posizione su aggravanti e profili sanzionatori.

Che cosa significa per chi ha un processo

  • Ogni grado hai regole e limiti propri: ciò che “serve” in Appello non coincide con ciò che rileva in Cassazione.
  • Esistono rimedi straordinari per situazioni specifiche.
  • In alcuni casi si può guardare anche al profilo convenzionale (CEDU).

Come lavoriamo

  • Tracciamo un percorso chiaro, spiegando pro e contro di ogni strada.

  • Manteniamo riservate le scelte tecniche: le condividiamo solo con il cliente.

FAQ

Cos’è il 625-bis c.p.p.?
È un rimedio straordinario per errore materiale o di fatto in Cassazione, in situazioni tipizzate dalla legge.

Quando ha senso la CEDU?
Quando si profilano violazioni convenzionali (per esempio, diritto a un equo processo o vita privata), secondo i criteri della Corte di Strasburgo.

contatti

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Dosimetria, recidiva e attenuanti | Avv. Iacobacci

Recidiva specifica, attenuanti generiche, dosimetria

La misura della pena: una questione di motivazione

La quantificazione finale dipende da criteri legali e da una motivazione adeguata. In una decisione recente, la Corte ha affrontato recidiva e rideterminazioni sanzionatorie: ad esempio, è stata qualificata come specifica la recidiva in un caso, con pena rideterminata a 8 anni e 8 mesi.

Cose che i giudici guardano

  • Recidiva: non basta il certificato penale, va motivata la rilevanza concreta nel caso.
  • Attenuanti generiche (62-bis): la decisione valuta personalità, condotta processuale, contesto e parità di trattamento rispetto ad altri.

Un caso-guida in poche righe

La Cassazione ha ritenuto legittima la rideterminazione della pena quando la Corte d’appello ha motivato su precedenti, ruolo e quadro complessivo.

Come lavoriamo

  • Lettura ordinata dei passaggi sulla pena.
  • Condivisione chiara con il cliente delle leve legali previste dall’ordinamento.

FAQ

La recidiva aumenta sempre la pena?
Rileva la motivazione in concreto: i giudici spiegano perché incida nel caso specifico.

Le attenuanti generiche sono automatiche?
No: dipendono da una valutazione complessiva e comparativa.

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