Sentenza CGUE: stop al modello dei “paesi di origine sicuri” e dei centri in Albania

 

La Corte UE dice stop all’automatismo dei ‘paesi sicuri’ e alle procedure d’asilo esternalizzate in Albania. Una svolta che cambia le regole per migranti e avvocati. Leggi l’articolo per capire cosa significa davvero.

La Corte di Giustizia UE ferma il modello dei “paesi sicuri” e i centri in Albania: cosa cambia per il diritto d’asilo in Italia

Il 1° agosto 2025 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), riunita in Grande Sezione, ha emesso una sentenza destinata a incidere profondamente sulle politiche migratorie italiane e, più in generale, sul diritto europeo dell’asilo.

La pronuncia riguarda due pilastri dell’attuale sistema:

  1. La nozione di “Paese di origine sicuro”, che consente di accelerare e semplificare le procedure di respingimento delle domande di protezione internazionale.
  2. L’esternalizzazione delle procedure in centri situati in Albania, frutto di accordi bilaterali tra Roma e Tirana.

Il cuore della decisione

Secondo la CGUE, l’automatismo insito nella classificazione di un Paese come “sicuro” rischia di compromettere il diritto individuale a un esame equo e approfondito della domanda di protezione.
La Corte ha sottolineato che:

  • La presunzione di sicurezza non può essere assoluta.
  • Il richiedente deve avere la possibilità concreta di fornire elementi che dimostrino rischi personali nel suo caso.
  • Le procedure accelerate non devono comprimere il diritto di difesa.

Per quanto riguarda i centri in Albania, la CGUE ha rilevato che lo spostamento delle procedure fuori dal territorio dell’UE comporta criticità giuridiche legate alla giurisdizione e alla garanzia effettiva dei diritti fondamentali, in particolare il diritto a un ricorso effettivo.

L’impatto in Italia

Questa decisione avrà effetti immediati:

  • I procedimenti basati sull’automatismo dei “paesi sicuri” dovranno essere rivisti.
  • I progetti di esternalizzazione delle procedure in Albania rischiano di essere sospesi o modificati.
  • Aumenteranno i ricorsi contro i dinieghi accelerati, con nuovi spazi di intervento per gli avvocati.

Perché interessa anche il penalista

Anche se la materia è principalmente di diritto amministrativo e dell’immigrazione, le conseguenze toccano il processo penale in casi di imputazioni connesse alla condizione di irregolarità sul territorio. Una maggiore tutela nei procedimenti di asilo può infatti incidere su:

  • Misure cautelari legate alla detenzione amministrativa.
  • Espulsioni come sanzioni accessorie.
  • Valutazioni del giudice penale sullo status giuridico dell’imputato.

Conclusione

La sentenza del 1° agosto 2025 non è solo un atto tecnico: rappresenta un cambio di paradigma. Ricorda a Stati membri e cittadini che il diritto d’asilo non può essere compresso in nome della velocità o dell’efficienza, e che i diritti fondamentali valgono anche alle frontiere esterne dell’Unione.

Quando la prova non basta: cosa significa ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ nel processo penale italiano

Quando la prova non basta: cosa significa ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ nel processo penale?

Oltre ogni ragionevole dubbio: il cuore della difesa penale

di Danilo Iacobacci, penalista cassazionista

Nel processo penale, una condanna non può basarsi su sospetti, intuizioni o “quasi certezze”. La legge – e la Costituzione – pretendono che la colpevolezza dell’imputato sia provata oltre ogni ragionevole dubbio.

1.- Cosa significa davvero “oltre ogni ragionevole dubbio”

Questo principio, sancito dall’art. 533 del codice di procedura penale e richiamato dalla giurisprudenza di Cassazione, impone al giudice di pronunciare una condanna solo se le prove a carico sono così solide e coerenti da non lasciare spazio a spiegazioni alternative plausibili.
Se c’è un dubbio logico, fondato su elementi concreti, la decisione deve essere di assoluzione (art. 530 c.p.p.).

2.- Perché è un baluardo di civiltà giuridica

Questo standard di prova tutela tutti: oggi può proteggere un imputato innocente, domani chiunque di noi fosse accusato ingiustamente.
Non è un tecnicismo, ma un principio di garanzia della libertà personale, che impedisce che la condanna diventi il frutto di pregiudizi o pressioni mediatiche.

3.- Il ruolo dell’avvocato penalista

L’avvocato della difesa non deve “inventare scuse”, ma portare il giudice a confrontarsi con i punti oscuri, le contraddizioni e le lacune probatorie.

Ad esempio, un testimone contraddittorio, una perizia incongruente, un dato tecnico che apre a scenari alternativi, sono tutti elementi che possono introdurre quel “ragionevole dubbio” che salva l’innocente da una condanna ingiusta.

4.- Quando il dubbio è la prova più forte

Nella pratica, molti processi si giocano sul filo di una prova incerta: un DNA parziale, un riconoscimento fotografico poco attendibile, una testimonianza resa anni dopo i fatti.
In questi casi, la strategia difensiva deve far emergere con chiarezza che la verità processuale non è l’unica verità possibile.

5.- Conclusione

Difendere “oltre ogni ragionevole dubbio” non è un artificio retorico: è il modo in cui il diritto penale garantisce che la libertà non sia mai sacrificata sull’altare dell’ipotesi.
Perché in un processo penale, meglio un colpevole libero che un innocente in carcere – e questa non è debolezza, ma la forza dello Stato di diritto.

“In un processo penale, il dubbio non è un ostacolo alla giustizia: è la giustizia stessa.” (D. Iacobacci)

“Non basta sospettare: per condannare serve la certezza oltre ogni ragionevole dubbio.” (D. Iacobacci)

Ristrutturazioni difettose in Campania: i diritti del committente

Ristrutturazioni difettose in Campania: i diritti del committente



Chi commissiona lavori edili in Campania ed in ogni parte d’Italia – ristrutturazioni, impianti, rifacimento facciate – ha diritto a un’opera a regola d’arte.
  • Garanzia legale: l’appaltatore è responsabile per difetti entro 2 anni dalla consegna (art. 1667 c.c.).

  • Come agire:

    1. Documenta con foto e video.

    2. Contesta per iscritto entro 60 giorni dalla scoperta.

    3. Puoi chiedere eliminazione difetti o risarcimento.

  • Difetti gravi (rovina o gravi difetti): responsabilità fino a 10 anni (art. 1669 c.c.).
    💡 Tip locale: in Campania, nei lavori finanziati con bonus edilizi, molti difetti emergono dopo poco tempo: agisci subito per bloccare pagamenti residui e far valere la garanzia.

Per un avvocato esperto in materia scrivi all’avvocato Fabiola De Stefano del foro di Avellino

Acquisti online in Campania: come esercitare il diritto di recesso

Acquisti online in Campania: come esercitare il diritto di recesso


Quando compri online – che sia da Amazon o da un piccolo e-commerce campano – la legge ti tutela con il diritto di recesso entro 14 giorni (art. 52 Codice del Consumo).
  • Come funziona:

    1. Hai 14 giorni per comunicare la volontà di recedere.

    2. Il venditore deve rimborsarti entro 14 giorni dalla comunicazione.

    3. Le spese di spedizione per il reso possono essere a tuo carico.

  • Eccezioni: beni personalizzati, alimenti deperibili, servizi già eseguiti.
    💡 Tip locale: se acquisti da venditori campani che non rispettano il recesso, puoi agire tramite un avvocato locale o segnalare alla Camera di Commercio.

Per un avvocato esperto in materia scrivi all’avvocato Fabiola De Stefano del foro di Avellino

Contratti truffa luce, gas e telefonia: come difendersi in Campania

Contratti truffa luce, gas e telefonia: come difendersi in Campania



In Campania sono frequenti casi di contratti attivati senza consenso, spesso tramite vendite porta a porta o telefoniche.
  • Pratica scorretta: attivazione non richiesta o informazioni ingannevoli.

  • Diritto di recesso: entro 14 giorni senza penali (art. 52 Codice del Consumo).

  • Come difendersi:

    1. Chiedi copia del contratto firmato.

    2. Invia recesso per raccomandata o PEC.

    3. Segnala all’Autorità Garante e ad ARERA.

  • Attenzione: mai fornire dati personali o codici POD/PDR al telefono a sconosciuti.
    💡 Tip locale: in molte zone della Campania, specie nei piccoli comuni, le vendite porta a porta sono frequenti: diffida di chi promette “sconti immediati” senza mostrare documenti ufficiali.

Per un avvocato esperto in materia scrivi all’avvocato Fabiola De Stefano del foro di Avellino

Viaggi annullati in Campania: quando hai diritto al rimborso o al voucher

Viaggi annullati in Campania: quando hai diritto al rimborso o al voucher


La Campania è meta di turismo internazionale, ma capita che viaggi ed eventi vengano annullati o modificati.
  • Casi tipici: tour in costiera amalfitana, biglietti per concerti a Napoli, pacchetti vacanza per Ischia o Capri.

  • Diritti del consumatore:

    • Annullamento per cause non imputabili a te: diritto a rimborso totale o voucher (se accetti).

    • Modifica sostanziale del pacchetto: puoi recedere senza penali.

    • Volo cancellato: rimborso del prezzo o riprotezione su altro volo.

  • Come fare: invia richiesta scritta con prova d’acquisto e motivi.
    💡 Tip locale: in caso di pacchetti turistici con operatori campani, fai riferimento al Codice del Turismo e segnala eventuali inadempienze anche all’Autorità Garante del Consumatore.

Per un avvocato esperto in materia scrivi all’avvocato Fabiola De Stefano del foro di Avellino

Garanzia legale: come far valere i tuoi diritti in Campania se il prodotto è difettoso

Garanzia legale: come far valere i tuoi diritti in Campania se il prodotto è difettoso

Quando acquisti un prodotto in Campania – sia in un negozio fisico di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento o Caserta, sia online – ma lo stesso vale in tutta Italia hai diritto alla garanzia legale di 2 anni prevista dal Codice del Consumo (artt. 128-135).

  • Cos’è: è l’obbligo del venditore di consegnare beni conformi al contratto.

  • Durata: 24 mesi dalla consegna.

  • Come agire:

    1. Conserva scontrino o fattura.

    2. Contatta il venditore, non il produttore.

    3. Richiedi riparazione o sostituzione gratuita.

  • In caso di rifiuto: invia una diffida scritta (meglio se tramite avvocato).
    💡 Tip locale: in Campania, molti piccoli rivenditori cercano di “rimandarti” al centro assistenza: ricordagli che per legge è il venditore a dover rispondere, non solo il produttore.

Per un avvocato esperto in materia scrivi all’avvocato Fabiola De Stefano del foro di Avellino

Accordi pre-divorzio tra coniugi: la svolta della Cassazione (luglio 2025)

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L’Avv. Fabiola De Stefano, dello Studio Legale De Stefano & Iacobacci, è specializzata nella redazione di patti patrimoniali sicuri e nella gestione di separazioni e divorzi con approccio strategico e personalizzato.
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Accordi pre-divorzio tra coniugi: svolta della Cassazione (luglio 2025)

di Fabiola De Stefano – Avvocato Cassazionista

1. Contesto e novità della pronuncia

La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 21926 del 27 luglio 2025 (anticipata da Brocardi) ha aperto una porta fino ad oggi rimasta chiusa nella disciplina familiare italiana: ha dichiarato pienamente legittimi gli accordi economici stipulati in costanza di matrimonio, finalizzati a disciplinare anticipatamente il patrimonio in caso di separazione o divorzio, purché rispettino i diritti inderogabili, in particolare quelli dei figli (Almablog news).

Secondo la Suprema Corte, questi accordi sono da considerare “contratti atipici con condizione sospensiva lecita”, in virtù del principio di autonomia negoziale (art. 1322 c.c.): l’accordo entra in vigore solo al verificarsi dell’evento incerto – separazione o divorzio – e non è diretto a incentivare la crisi matrimoniale (ami-avvocati.it).

2. Evoluzione dottrinale e culturale

La decisione rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale e giuridica: si supera la visione di un istituto familiare da proteggere “a prescindere” dalla volontà dei coniugi. Invece, si valorizzano libertà, autodeterminazione e pianificazione consapevole degli assetti patrimoniali, evitando conflitti futuri e lungaggini giudiziarie (Almablog news).

3. Esempio applicativo concreto

Il caso che ha spinto la Cassazione a questa apertura riguarda una scrittura privata tra coniugi, in cui il marito riconosceva un debito alla moglie per contributi dati durante il matrimonio (mutuo, arredamento), impegnandosi, in caso di separazione, a trasferirle alcuni beni (motociclo e imbarcazione). La Corte ha considerato l’accordo un riassetto patrimoniale equilibrato e razionale, non un favore strumentale verso la crisi matrimoniale (ami-avvocati.it).

4. Limiti e tutela dei soggetti vulnerabili

La Cassazione ha mantenuto saldi alcuni presidi fondamentali:

  • Non sono ammissibili accordi che ledano diritti inderogabili, come quelli dei figli.
  • L’assegno divorzile continua ad essere valutato solo a posteriori, in base a criteri assistenziali, compensativi e perequativi; non può essere rinunziato preventivamente (Almablog news).

5. Quadro normativo e giurisprudenza coeva

  • Art. 1322 c.c.: la libertà delle parti di stipulare patti “atipici”, purché meritevoli di tutela.
  • Riforma Cartabia (D.Lgs. 149/2022) favorisce la negoziazione assistita e valorizza strumenti consensuali (aiaf-avvocati.it, Almablog news).
  • Ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025 (AMI): aveva già sancito la piena legittimità degli accordi pre‑divorzio come “contratti atipici con condizione sospensiva lecita” (ami-avvocati.it).

6. Implicazioni pratiche per il diritto di famiglia

Vantaggi Spunti operativi
Autodeterminazione patrimoniale Redazione consapevole di accordi privati anticipati
Riduzione di contenziosi e costi legali Strumenti “bilanciati” da negoziazione assistita
Maggiore certezza giuridica Valutare rischi per diritti dei figli e assegnazione assistenziale

7. Prospettive e futuro della disciplina

Questa svolta può:

  • Sollecitare interventi normativi: consolidare la legittimità degli accordi pre-crisi, stabilendone limiti e forma.
  • Incoraggiare i professionisti a svolgere un ruolo proattivo e creativo, costruendo accordi etici e difensivi.
  • Rinnovare il ruolo del giudice: da arbitro dell’opposizione a garante dell’equità e della tutela della libertà negoziale.

In sintesi, la pronuncia della Cassazione di luglio 2025 segna un cambiamento strutturale e culturale nel diritto di famiglia: riconosce ai coniugi la responsabilità e la libertà di pianificare in anticipo le conseguenze patrimoniali della crisi, senza snaturare gli istituti di tutela essenziali. Un passo verso un diritto che ascolta la realtà e accompagna la libertà con equità.

L’esperienza dell’Avv. Fabiola De Stefano in materia di accordi patrimoniali, separazioni e divorzi

L’innovazione giurisprudenziale in tema di accordi patrimoniali pre-divorzio richiede competenze elevate, non solo sul piano del diritto di famiglia, ma anche nella pianificazione strategica delle tutele patrimoniali e nella gestione delle clausole negoziali a prova di contenzioso.

In questo ambito, lo Studio Legale De Stefano & Iacobacci vanta l’eccellenza dell’Avv. Fabiola De Stefano, professionista con consolidata esperienza in separazioni consensuali, divorzi, negoziazioni assistite e redazione di patti patrimoniali personalizzati. La sua preparazione, unita a un approccio pragmatico e orientato alla prevenzione delle controversie, permette di costruire accordi solidi e sicuri, capaci di reggere al vaglio giudiziario e di tutelare nel tempo gli interessi delle parti e dei figli.

Grazie a una conoscenza approfondita delle più recenti pronunce della Corte di Cassazione e delle Corti di merito, l’Avv. De Stefano è in grado di:

  • Redigere accordi preventivi di separazione e divorzio in piena conformità alla legge;
  • Integrare clausole patrimoniali con garanzie effettive e strumenti di esecuzione;
  • Assistere i clienti nella negoziazione e mediazione evitando conflitti giudiziari costosi e lunghi;
  • Offrire una consulenza preventiva per coniugi e coppie che desiderano pianificare il futuro patrimoniale con serenità.

Chi è alla ricerca di un avvocato esperto in accordi pre-divorzio e diritto di famiglia ad Avellino trova nello Studio Legale De Stefano & Iacobacci un punto di riferimento affidabile, capace di coniugare competenza tecnica, sensibilità umana e strategia giuridica.

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Furto energia elettrica: quando l’aggravante ‘servizio pubblico’ è esclusa – Tribunale Siena 2025

Furto di energia elettrica: esclusione dell’aggravante “su cose destinate a pubblico servizio” (Tribunale di Siena, 29 aprile 2025)

Introduzione
Il 24 luglio 2025 è stata pubblicata nella rubrica Sistema Penale la sentenza del Tribunale di Siena (giudicante S. Spina), n. 190 del 29 aprile 2025, che ha escluso l’aggravante prevista dall’art. 625, comma 1, n. 7 c.p. (fatto commesso su cose destinate a pubblico servizio o pubblica utilità) nel caso di furto di energia elettrica mediante allaccio abusivo: conseguentemente, è stata disposta la non prosecuzione del procedimento per difetto della condizione di procedibilità ex art. 529, comma 1 c.p.p. (sistemapenale.it).

1. Contesto normativo e impatto della riforma Cartabia

  • Con la riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), il furto commesso con mezzo fraudolento ha visto un cambiamento nel regime di procedibilità: l’aggravante dell’energia destinata a servizio pubblico assume un ruolo fondamentale, poiché solo se contestata può garantire la procedibilità d’ufficio. (sistemapenale.it).
  • In passato, questa aggravante veniva spesso connessa alla natura pubblicistica dell’energia, anche senza esplicita contestazione: oggi, tuttavia, ciò genera incertezza circa l’esercizio dei diritti difensivi e l’avvio dell’azione penale.

2. Il contrasto giurisprudenziale: contestazione “in fatto” sì o no?

  • Orientamento favorevole: alcune pronunce (es. Cass. Sez. IV 7 novembre 2023, n. 48529; Sez. V 1° agosto 2023, n. 33824) ritengono legittima la contestazione in fatto anche con mero richiamo generico alla natura dell’energia, purché consenta al difensore di esercitare correttamente i diritti di difesa. (sistemapenale.it).
  • Orientamento restrittivo: altre sezioni (es. Cass. Sez. V, 22 gennaio 2024, n. 3741) evidenziano la natura valutativa dell’aggravante, richiedendo una specifica contestazione basata su elementi di fatto e contesto normativo. (sistemapenale.it).
  • Approfondimento dottrinale (Obiettivo Magistrato, febbraio 2025): si afferma la legittimità della contestazione in fatto della circostanza aggravante, in quanto l’energia elettrica è indubbiamente un bene destinato a pubblico servizio, idoneo a soddisfare bisogni di rilevanza pubblica. (ilDiritto – Quotidiano giuridico).

3. Conferme dalla Cassazione sulla procedibilità d’ufficio

La Cassazione, con la sentenza Sez. V n. 19095 del 22 maggio 2025, ha chiarito che l’aggravante va riferita all’energia elettrica in quanto tale – bene funzionalmente collegato all’erogazione del servizio pubblico – e non al misuratore (contatore): ne deriva la procedibilità d’ufficio anche nei casi di manomissione del contatore o allaccio diretto. (tutino.sicilia.it)

Ulteriori conferme derivano dalla sentenza Sez. V n. 20228/2025 (trib. 6 maggio 2025, depositata il 30 maggio 2025), secondo cui la “cosa” oggetto del furto è l’energia stessa, non il contatore, e la destinazione a servizio pubblico va individuata nella fruizione collettiva del bene sottratto. (TERZULTIMA FERMATA)

4. Implicazioni pratiche per difesa penale e azione penale

  • Se l’imputazione non contesta esplicitamente l’aggravante in fatto, le difese potrebbero chiedere la non procedibilità – come è avvenuto nel caso di Siena.
  • Tuttavia, la Cassazione ribadisce che, quando il furto riguarda energia elettrica sottratta con modalità collegate al servizio collettivo, va sempre riconosciuta l’aggravante e si procede d’ufficio.
  • È dunque cruciale strutturare con precisione la formulazione dell’imputazione e delle contestazioni aggravanti per evitare definizioni ambigue.

Conclusione

La sentenza del Tribunale di Siena del 29 aprile 2025 offre un esempio concreto delle criticità emerse nell’applicazione della riforma Cartabia al furto di energia elettrica: l’esclusione dell’aggravante ha condotto direttamente all’improcedibilità del reato. Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che l’energia resta bene destinato a servizio pubblico, rendendo il reato aggressivo verso interessi collettivi procedibile d’ufficio. Il dibattito sul grado di specificità della contestazione “in fatto” resta aperto, con rilevanti ricadute nel mondo giurisprudenziale e dottrinale.

Sentenza della Corte di Giustizia UE (1° agosto 2025): arresto del modello “paesi sicuri” e dei centri in Albania

Sentenza della Corte di Giustizia UE (1° agosto 2025): arresto del modello “paesi sicuri” e dei centri in Albania

Introduzione
Il 1° agosto 2025 la Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE), in sede di Grande Sezione, ha depositato una sentenza (cause riunite C‑758/24 Aiace e C‑759/24 Canpelli) che rappresenta una svolta critica per il modello italiano dei “paesi di origine sicuri” e per l’esternalizzazione delle procedure d’asilo in Albania (sistemapenale.it).

1. Principi giuridici sottolineati dalla CGUE

  • La designazione legislativa di paesi terzi come sicuri è ammessa, a condizione che tale decisione possa essere oggetto di controllo giurisdizionale effettivo, conforme ai requisiti dell’Allegato I della Direttiva 2013/32/UE e all’art. 47 della Carta dei diritti fondamentali (sistemapenale.it).
  • Tale designazione non può prescindere dall’essere basata su fonti informative accessibili e trasparenti, che consentano sia al richiedente che al giudice nazionale di verificarne la legittimità (Amnesty International Italia).
  • Un paese non può essere considerato “sicuro” se la protezione è garantita solo a parte della popolazione, perché l’esame deve riguardare l’intera collettività, inclusi i gruppi vulnerabili (AP News).

2. Conseguenze concreta: fine del “modello Albania”

  • L’accordo del 2023 tra Italia e Albania, che prevedeva centri gestiti da autorità italiane a Gjadër e Shëngjin per lo svolgimento accelerato delle procedure d’asilo, subisce un fermo giudiziario: la sentenza ne contesta la base giuridica, rendendo attualmente impraticabile il trasferimento dei richiedenti.
  • L’infrastruttura di detenzione e l’intero modello rischiano di essere “di fatto smantellati” (Reuters). Anche Amnesty ha definito la sentenza come un colpo pesante all’accordo, ribadendo che trasferimenti basati sul principio di “paese sicuro” non sarebbero conformi al diritto UE senza adeguate garanzie giurisdizionali (Amnesty International Italia).

3. Reazioni politiche e criticità pratiche

  • Il governo italiano ha definito la sentenza una “sorpresa” e una manifestazione di eccesso politico della magistratura europea, sostenendo che ciò compromette l’efficacia delle politiche migratorie e limita l’autonomia dei poteri esecutivo e legislativo (Financial Times, AP News, Reuters, euronews).
  • Gli osservatori segnalano che i centri in Albania risultano costosi e al momento vuoti, con un impatto finanziario rilevante rispetto a strutture analoghe in Italia (Reuters).

4. Verso il futuro: necessità di adeguamenti normativi nazionali ed europei

  • Già si prospetta l’avvio di riforme per armonizzare la normativa italiana con i nuovi criteri europei, in particolare garantire trasparenza, informazione e possibilità di impugnazione nelle designazioni dei “paesi sicuri” (osservatoriosullefonti.it).
  • La sentenza funge da precedente giuridico esemplare per l’UE, impattando non solo le prassi italiane ma anche l’applicazione futura del Patto europeo su migrazione e asilo (Amnesty International Italia).

Conclusione

La sentenza del 1° agosto 2025 segna una battuta d’arresto per le politiche sull’asilo volte a esternalizzare e accelerare le procedure tramite l’uso di “paesi di origine sicuri”. Essa riafferma il ruolo centrale della giurisdizione, della trasparenza e del diritto a un risultato equo in materia di diritto d’asilo. L’Italia, e in futuro l’Unione, dovrà rivedere approcci legislativi e procedure operative alla luce di questi standard

Fonti:

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