Processo del lavoro ad Avellino: 5 errori da evitare assolutamente

Processo del lavoro ad Avellino: 5 errori da evitare assolutamente

 

❓1. Posso aspettare qualche mese prima di impugnare un licenziamento?

No. È uno degli errori più gravi. Il lavoratore ha solo 60 giorni per impugnare un licenziamento in forma scritta. Superato quel termine, il ricorso diventa inammissibile, anche se il licenziamento è palesemente ingiusto.
Consiglio: anche una semplice PEC inviata da soli può bloccare i termini, ma è meglio farlo con l’aiuto di un legale.

❓2. Se accetto la conciliazione sindacale, posso fare causa lo stesso?

Dipende. Se firmi una conciliazione in sede sindacale (art. 411 c.p.c. o ex art. 2113 c.c.), in molti casi rinunci irrevocabilmente a far valere i tuoi diritti in giudizio.
Attenzione: firme “a caldo” o sotto pressione vanno valutate con attenzione prima della sottoscrizione.

❓3. Serve un avvocato anche se mi aiuta il sindacato?

Sì, nella maggior parte dei casi. Il sindacato può darti un supporto utile, ma non sostituisce un legale, soprattutto se il caso presenta:

  • violazioni gravi;

  • discriminazioni;

  • mancate retribuzioni pregresse;

  • danni morali.
    ➡ Inoltre, solo un avvocato può seguire il processo fino al giudizio di appello o di Cassazione.

❓4. Se l’azienda non paga il TFR, posso fare causa dopo anni?

No, o almeno non sempre. Il diritto al TFR si prescrive in cinque anni, ma più si aspetta, più è difficile ottenere prove (es. stato patrimoniale azienda, testimoni, contabilità interna).
➡ Nei licenziamenti “a voce” o con dimissioni forzate, il tempo inizia dal giorno dell’interruzione del lavoro, non dalla ricezione della busta paga.

❓5. Il processo dura troppo: tanto vale lasciar perdere?

Falso. Il processo del lavoro è più rapido di altri procedimenti civili.
A Avellino, una prima udienza può tenersi in 4-6 mesi. Con la riforma dell’Ufficio per il Processo, i tempi stanno migliorando.
➡ Se il tuo caso è ben documentato, puoi ottenere:

  • reintegro;

  • risarcimento;

  • pagamento arretrati e contributi.

✅ Conclusione + Call to action

Evita gli errori che ogni settimana vediamo commettere da lavoratori non informati. Se pensi di aver subito un torto sul lavoro, non aspettare.
📞 Contattaci oggi stesso per una prima consulenza: siamo a tua disposizione per aiutarti a non sprecare le tue possibilità.

📍 Studio Legale De Stefano & Iacobacci
Avellino – Via Trinità, 36
Email: info@studiolegaledesia.com
WhatsApp diretto dal sito

Licenziamenti collettivi o per giustificato motivo oggettivo: i tuoi diritti se lavori in Irpinia

Licenziamenti collettivi o per giustificato motivo oggettivo: i tuoi diritti se lavori in Irpinia

di Fabiola De StefanoAvvocato

Quando è legittimo il licenziamento per motivo oggettivo?

È legittimo solo se:

  • c’è una comprovata crisi aziendale o riorganizzazione;

  • il lavoratore licenziato non poteva essere ricollocato in altra posizione;

  • l’azienda ha seguito tutte le procedure corrette.

Attenzione: molte aziende in crisi (artigianato, edilizia, agricoltura) licenziano senza documentare nulla, confidando che il lavoratore non reagisca.

Cosa puoi fare:

  • Richiedere le motivazioni scritte del licenziamento;

  • Verificare la documentazione aziendale;

  • Agire in giudizio per ottenere reintegro o risarcimento.

Dati rilevanti per la Campania / Avellino:

  • La Campania è tra le regioni con più alti tassi di licenziamenti collettivi dal 2021 in poi, specie nelle PMI;

  • Il Tribunale di Avellino ha riconosciuto il diritto al reintegro in diversi casi recenti, specie quando non erano state valutate alternative.

Consulenza preventiva

Possiamo valutare se:

  • esistono vizi nel licenziamento;

  • è preferibile la causa o la conciliazione;

  • vi sono diritti economici ulteriori da far valere (indennità, TFR non pagato).

 

Se hai bisogno di aiuto, contattaci!

Demansionamento, trasferimenti forzati, pressioni sul lavoro: quando scatta il diritto al risarcimento

Demansionamento, trasferimenti forzati, pressioni sul lavoro: quando scatta il diritto al risarcimentO

a cura dell’ Avv. Fabiola De Stefano

Quando parliamo di “demansionamento”

Il demansionamento avviene quando il lavoratore è costretto a svolgere mansioni inferiori rispetto a quelle previste dal contratto. Può essere:

  • Esplicito: ordine formale dell’azienda;

  • Sotterraneo: svuotamento di competenze, isolamento, “parcheggio” in ruoli inutili.

Trasferimenti punitivi o forzati

Molti lavoratori avellinesi ci contattano dopo essere stati:

  • trasferiti in altra sede senza motivazione;

  • spostati per ritorsione (post-malattia, maternità, controversie interne);

  • messi sotto pressione per “auto-dimissionarsi”.

Tutte queste ipotesi possono dare luogo a una violazione dell’art. 2103 c.c. e/o mobbing, con diritto al risarcimento.

Cosa puoi fare:

  1. Conservare tutte le comunicazioni scritte (mail, messaggi);

  2. Annotare date e nomi dei colleghi/testimoni;

  3. Chiedere subito un parere legale per valutare la strada giudiziale.

Esempi reali (senza dati personali)

  • “Impiegato commerciale trasferito a 120 km senza ragione: reintegrato e risarcito di €14.000”.

  • “Operatrice ospedaliera dequalificata dopo assenza per maternità: ottenuto risarcimento morale e cambio reparto”.

Procedura al Tribunale di Avellino

Il ricorso si presenta con urgenza davanti alla Sezione Lavoro. I tempi di trattazione sono mediamente più rapidi rispetto al contenzioso civile ordinario.

Contattaci

Se subisci trasferimenti punitivi o un demansionamento, possiamo aiutarti a reagire in modo corretto e tempestivo.

Cosa fare se sei stato licenziato ingiustamente ad Avellino

Cosa fare se sei stato licenziato ingiustamentE – Avellino

di Fabiola De StefanoCofondatore di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Introduzione

Se sei stato licenziato ad Avellino o provincia e ritieni che il licenziamento sia ingiustificato o discriminatorio, hai diritto a una serie di strumenti legali per difendere i tuoi diritti. In questa guida scoprirai:

  • i tempi per agire;
  • i passaggi procedurali;
  • le possibili conseguenze (reintegro, risarcimento, TFR);
  • quando e come richiedere assistenza legale specializzata.

1. Quando è illegittimo un licenziamento?

Un licenziamento può essere considerato illegittimo se:

  • manca una giusta causa o motivazione valida (es. motivi economici fittizi);
  • non è notificato per iscritto;
  • è discriminatorio (es. basato su genere, età, maternità);
  • non rispetta procedure legali obbligatorie.

2. Termini legali: tempistiche da rispettare

  • 60 giorni per inviare un atto scritto (anche via PEC o raccomandata) per impugnare il licenziamento
  • 180 giorni (dal primo atto scritto) per depositare il ricorso vero e proprio presso la Sezione Lavoro del Tribunale di Avellino
    • Se si attiva un tentativo di conciliazione, i 180 giorni si sospendono fino all’esito + 20 giorni

Importante: non rispettarli significa perdere qualsiasi possibilità di ricorso.

3. Come avviare il ricorso

  1. Invia un atto scritto di contestazione al datore di lavoro entro 60 giorni.
  2. Raccogli documenti chiave:
    • contratto di lavoro, buste paga, lettere di contestazione;
    • comunicazioni video/email;
    • eventuali prove di mobbing o discriminazione.
  3. Depositare il ricorso in Tribunale (Sez. Lavoro, Via Colombo 10 – Avellino) oppure richiedere una conciliazione. Se il datore rifiuta o non risponde, il riaperto conteggio dei 60 giorni per depositare.

4. Possibili risultati

  • Se il giudice dichiara illegittimo il licenziamento:
    • reintegro nel posto di lavoro + retribuzioni arretrate;
    • oppure risarcimento economico, variabile secondo la legge e la giurisprudenza (es. Art. 18 Statuto dei Lavoratori)
  • Il TFR è dovuto comunque, anche se viene concesso il reintegro.

5. Perché agire subito

Consigli smart

  • Invia la comunicazione entro i 60 giorni, anche tramite PEC, conservando ricevute e ricevuta di consegna;
  • Richiedi supporto legale per predisporre un ottimo ricorso;
  • Monitora lo stato del tuo ricorso attraverso la Segreteria della Sezione Lavoro del Tribunale di Avellino (ore 9–12:30, tel. 0825‑780648)
  • Valuta l’ipotesi di conciliazione: spesso veloce, meno costosa e può garantire un risultato prima del processo.

📞 Call to action

Hai subito un licenziamento? Non aspettare: contattaci per una consulenza
– Presso Studio De Stefano & Iacobacci, Avellino 
– Oppure via email/telefono
Offriamo prima consulenza gratuita per valutare il tuo caso.

Guida Pratica: cosa fare se il datore di lavoro non paga lo Stipendio

Guida Pratica: Cosa Fare se il Datore di Lavoro Non Paga lo Stipendio

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se il tuo stipendio non viene pagato regolarmente, la legge ti tutela con strumenti efficaci.

1. Verifica i Tempi di Pagamento

Il datore di lavoro è obbligato a pagare lo stipendio entro il giorno stabilito dal contratto. Se il pagamento è in ritardo o assente, è possibile agire legalmente.

2. Cosa Fare Se il Datore di Lavoro Non Paga?

1️⃣ Invia una diffida con richiesta di pagamento formale.
2️⃣ Segnala la situazione all’Ispettorato del Lavoro.
3️⃣ Richiedi il pignoramento dello stipendio del datore di lavoro, se possibile.
4️⃣ Presenta un ricorso al Tribunale del Lavoro per ottenere il recupero delle somme non pagate.

📌 Importante: Se il datore di lavoro continua a non pagare, è possibile avviare un’azione esecutiva per ottenere il pagamento forzato.

Guida Pratica: come ottenere l’Invalidità e i benefici INPS

Guida Pratica: Come Ottenere l’Invalidità e i Benefici INPS

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se hai una ridotta capacità lavorativa, puoi richiedere l’invalidità civile o l’assegno ordinario di invalidità.

1. Quali sono i Requisiti?

  • Invalidità civile: Per chi ha una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 33%.
  • Assegno ordinario di invalidità: Per lavoratori con almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi 5 anni.
  • Indennità di accompagnamento: Per chi ha invalidità 100% e non è autosufficiente.

2. Come Presentare la Domanda

1️⃣ Fatti rilasciare il certificato medico telematico dal tuo medico di base.
2️⃣ Presenta la domanda sul portale INPS.
3️⃣ Sostieni la visita della commissione medica INPS.
4️⃣ Attendi l’esito: se viene rifiutata, è possibile fare ricorso entro 180 giorni.

📌 Se la tua richiesta viene negata ingiustamente, puoi agire legalmente per ottenere il beneficio.

Guida Pratica: come impugnare un Licenziamento e far valere i Propri Diritti

Guida Pratica: Come Impugnare un Licenziamento e Far Valere i Propri Diritti

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se ritieni che il tuo licenziamento sia ingiusto, puoi impugnarlo legalmente.

1. Verifica se il licenziamento è illegittimo

Controlla se:
✅ Il datore di lavoro ha fornito una motivazione valida.
✅ Sono state rispettate le procedure previste dal contratto collettivo.
✅ Il licenziamento è stato comunicato in forma scritta.

Se una di queste condizioni non è rispettata, il licenziamento potrebbe essere impugnato.

2. Procedura per impugnare il licenziamento

1️⃣ Invia una lettera di impugnazione al datore di lavoro entro 60 giorni.
2️⃣ Chiedi un tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato del Lavoro.
3️⃣ Se la conciliazione fallisce, presenta ricorso al Tribunale del Lavoro entro 180 giorni.

📌 Se il giudice riconosce l’illegittimità, puoi ottenere:

  • La reintegrazione sul posto di lavoro.
  • Un risarcimento fino a 36 mensilità.

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FAQ: le Domande più frequenti su Licenziamento, Previdenza e Diritti dei Lavoratori

FAQ: Le Domande Più Frequenti su Licenziamento, Previdenza e Diritti dei Lavoratori

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

1. Quando un licenziamento è considerato illegittimo?

Un licenziamento è illegittimo se:

  • Non ha una motivazione valida (es. ristrutturazione fittizia dell’azienda).
  • È discriminatorio (legato a razza, genere, religione, disabilità, opinioni politiche).
  • Non rispetta le procedure previste dalla legge e dal contratto collettivo.

In questi casi, il lavoratore può impugnare il licenziamento per ottenere la reintegrazione o un risarcimento.

2. Cosa posso fare se il datore di lavoro non mi paga lo stipendio?

Se il datore di lavoro non paga la retribuzione dovuta, puoi:
Inviare una diffida tramite avvocato o sindacato.
Segnalare il caso all’Ispettorato del Lavoro.
Ricorrere al Tribunale del Lavoro per ottenere il pagamento forzato.

3. Ho diritto a ferie retribuite?

Sì. La legge prevede almeno 4 settimane di ferie retribuite all’anno. Il datore di lavoro non può negarle.

Se non vengono concesse o retribuite, puoi chiedere un intervento sindacale o ricorrere al giudice del lavoro.

4. Come posso ottenere la pensione anticipata?

Per ottenere la pensione anticipata nel 2024 puoi scegliere tra diverse opzioni:

  • Pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne).
  • Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi.
  • Ape Sociale: Per lavori usuranti o disoccupati over 63.

Se l’INPS nega la pensione, è possibile fare ricorso.

5. Come posso richiedere l’invalidità civile o l’indennità di accompagnamento?

1️⃣ Chiedi un certificato medico introduttivo dal tuo medico curante.
2️⃣ Invia la domanda online tramite il sito INPS.
3️⃣ Sostieni la visita della commissione medica INPS.

Se la domanda viene rifiutata, puoi presentare ricorso legale entro 180 giorni.

Contattaci

Diritti dei Lavoratori: Retribuzione, Ferie e Malattia

Diritti dei Lavoratori: Retribuzione, Ferie e Malattia

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Ogni lavoratore ha diritti fondamentali che devono essere rispettati dal datore di lavoro. La legge italiana tutela i dipendenti su retribuzione, ferie, permessi e malattia.

1. Minimi Retributivi e Pagamenti Irregolari

Tutti i lavoratori hanno diritto a:
✅ Una retribuzione minima garantita dal contratto collettivo nazionale.
✅ Il pagamento puntuale dello stipendio entro i termini previsti dal contratto.
✅ Il trattamento di fine rapporto (TFR) alla cessazione del rapporto di lavoro.

Se il datore di lavoro non paga lo stipendio o versa importi inferiori al dovuto, il lavoratore può:

  • Inviare una diffida con richiesta di pagamento.
  • Denunciare il datore di lavoro all’Ispettorato del Lavoro.
  • Ricorrere al Tribunale del Lavoro per ottenere il recupero delle somme dovute.

2. Ferie e Permessi

La legge garantisce almeno 4 settimane di ferie retribuite all’anno.
📌 Cosa fare se le ferie vengono negate? Il lavoratore può segnalare la violazione all’Ispettorato del Lavoro o agire legalmente.

Altri permessi previsti dalla legge:
Permessi per malattia: Il lavoratore deve avvisare il datore di lavoro e inviare il certificato medico INPS.
Permessi retribuiti per motivi personali o familiari (es. lutti, matrimonio, assistenza disabili – legge 104/92).

3. Infortunio e Malattia: Quali Sono i Diritti?

  • In caso di infortunio sul lavoro, il lavoratore ha diritto a risarcimento e indennità INAIL.
  • Durante la malattia, il datore di lavoro deve garantire il pagamento dello stipendio secondo le regole del contratto collettivo.
📌 Se il datore di lavoro non riconosce malattia o infortunio?
Si può impugnare il rifiuto presso il Tribunale del Lavoro e richiedere il risarcimento.

Pensione e Invalidità: come ottenere i benefici previdenziali

Pensione e Invalidità: Come Ottenere i Benefici Previdenziali

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

La previdenza sociale garantisce ai lavoratori una serie di diritti economici, tra cui la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata e i benefici per invalidità. Tuttavia, il percorso per ottenerli può essere complesso e richiedere un’assistenza legale specializzata.

1. Tipologie di Pensione e Requisiti

La legge prevede diverse tipologie di pensione:

  • Pensione di vecchiaia: Raggiunti i 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione anticipata: Richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
  • Quota 103 (2024): Pensione anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Se l’INPS nega la pensione, è possibile presentare ricorso amministrativo e, in caso di esito negativo, ricorrere al Tribunale del Lavoro.

2. Invalidità Civile e Accompagnamento

Le prestazioni per invalidità sono concesse a chi ha una ridotta capacità lavorativa. Le principali misure sono:

  • Invalidità civile (dal 33% al 100% di riduzione della capacità lavorativa).
  • Assegno ordinario di invalidità (per chi ha almeno 5 anni di contributi).
  • Indennità di accompagnamento (per chi non è autosufficiente).

📌 Come richiedere l’invalidità:
1️⃣ Visita medica con certificato del medico curante.
2️⃣ Invio della domanda tramite il portale INPS.
3️⃣ Valutazione da parte della commissione medica INPS.
4️⃣ Se la domanda viene respinta, è possibile fare ricorso entro 180 giorni.

Se hai difficoltà a ottenere la pensione o l’invalidità, rivolgiti a un avvocato specializzato per tutelare i tuoi diritti.
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