🗣️ Libertà di protesta e repressione statale: la CEDU condanna le violenze delle autorità
🚨 Protestare pacificamente è un diritto fondamentale
Con una recente decisione di grande impatto, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato uno Stato membro per l’uso sproporzionato della forza contro manifestanti pacifici, riconoscendo la violazione di più articoli della Convenzione.
La vicenda riguarda la repressione violenta di una protesta politica, culminata in percosse, arresti arbitrari e limitazioni illegittime della libertà di espressione.
⚖️ Gli articoli violati: 3, 10 e 11 CEDU
La Corte ha accertato:
❌ Articolo 3 CEDU
Divieto di trattamenti inumani o degradanti, per le violenze fisiche subite e l’assenza di indagini efficaci.
❌ Articolo 10 CEDU
Violazione della libertà di espressione, colpendo manifestanti e giornalisti.
❌ Articolo 11 CEDU
Compressione illegittima della libertà di riunione e di assemblea pacifica.
📣 Un principio chiave ribadito dalla Corte
La CEDU ha ricordato che:
“La libertà di manifestare pacificamente costituisce uno dei pilastri di una società democratica.”
L’uso della forza da parte dello Stato è ammesso solo come extrema ratio e deve essere sempre:
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necessario
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proporzionato
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giustificato
🇮🇹 Perché questa sentenza riguarda anche l’Italia
Sebbene il caso non riguardi direttamente l’Italia, i principi affermati sono vincolanti per tutti gli Stati aderenti alla Convenzione.
Questa giurisprudenza è rilevante per:
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manifestazioni represse con eccesso di forza
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identificazioni di massa e arresti preventivi
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denunce archiviate senza indagini effettive
📄 Ricorso CEDU: una tutela concreta contro gli abusi
Quando i rimedi interni non funzionano, la Corte di Strasburgo rappresenta l’ultima difesa dei diritti fondamentali.
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violazioni sistemiche
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casi di abuso di potere