GDPR sotto pressione: come cambiano privacy e intelligenza artificiale per imprese e professionisti

GDPR sotto pressione: come cambiano privacy e intelligenza artificiale per imprese e professionisti

a cura di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Introduzione

L’Europa è conosciuta come la “casa” del GDPR, il regolamento che ha alzato l’asticella della tutela dei dati personali nel mondo. Oggi però, tra pressioni economiche e corsa all’intelligenza artificiale (IA), l’Unione Europea sta valutando modifiche che potrebbero allentare alcune tutele.

In questo articolo vediamo quali sono le proposte in discussione, quali rischi comportano per la privacy e cosa dovrebbero fare aziende e professionisti per prepararsi.

IA e dati personali: perché il GDPR è al centro del dibattito

I sistemi di intelligenza artificiale si nutrono di enormi quantità di dati, spesso anche personali e talvolta sensibili. Il GDPR, con i suoi principi di:

  • minimizzazione,

  • limitazione delle finalità,

  • liceità e trasparenza,

è percepito da alcuni operatori come un freno allo sviluppo tecnologico.

Da qui nascono le proposte di “semplificazione”: un tentativo di rendere più facile, per imprese e sviluppatori, utilizzare dati a fini di addestramento IA, riducendo al contempo gli oneri formali.

Le modifiche discusse: più margini per il legittimo interesse?

Le bozze in circolazione (ancora in evoluzione) ipotizzano:

  • un ampliamento della base giuridica del legittimo interesse per trattamenti legati all’IA;

  • la possibilità di trattare alcuni dati sensibili con misure di garanzia “rafforzate”, anche in assenza di un consenso esplicito;

  • una riduzione di alcune incombenze documentali per le imprese.

Per i critici, queste modifiche rischiano di tradursi in una erosione graduale della protezione offerta dal GDPR, soprattutto se combinate con la complessità tecnica dei sistemi di IA, spesso opachi anche per gli addetti ai lavori.

Impatti concreti per le imprese italiane

Per le aziende che operano in Italia, le modifiche al GDPR e l’entrata in vigore dell’AI Act significano:

  • dover rivedere le proprie basi giuridiche per il trattamento dei dati;

  • riconsiderare le valutazioni di impatto (DPIA) nei progetti che coinvolgono IA;

  • aggiornare le informative a clienti, dipendenti e utenti;

  • affrontare nuovi possibili scenari di contenzioso privacy.

Un errore di valutazione può produrre:

  • sanzioni da parte del Garante Privacy;

  • danni reputazionali significativi;

  • richieste di risarcimento da parte degli interessati.

Cosa fare ora: strategia di compliance privacy & IA

In attesa di vedere quali modifiche saranno approvate, è prudente che imprese e professionisti:

  1. Mappino tutti gli usi di IA (interni ed esterni): analisi dei dati clienti, HR, marketing, chatbot, strumenti di generazione contenuti.

  2. Rivedano i contratti con i fornitori di soluzioni IA, verificando responsabilità, ruoli privacy e garanzie sui dati.

  3. Aggiornino le policy interne su data governance, sicurezza e conservazione.

  4. Formino il personale (non solo il DPO) sugli impatti legali di IA e privacy.

Un approccio proattivo consente non solo di ridurre il rischio, ma anche di presentarsi sul mercato come soggetto affidabile e conforme, un plus competitivo non trascurabile.

Il ruolo dello studio legale: dall’audit privacy alla consulenza strategica

Cosa fa il nostro studio legale:

  •  audit GDPR & IA mirati;

  • supporta le imprese nell’implementazione di progetti IA compliant;

  • contenzioso privacy.

Se la tua impresa utilizza già sistemi di intelligenza artificiale o intende farlo, è il momento di verificare la conformità privacy con il supporto di un professionista.
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