La Corte Costituzionale tutela i lavoratori incapaci: la sentenza n. 111/2025 cambia le regole sull’impugnazione del licenziamento
di Fabiola De Stefano – Avvocato cofondatore di De Stefano & Iacobacci Avvocati
Cosa succede se un lavoratore riceve una lettera di licenziamento mentre si trova in uno stato di incapacità, ad esempio per gravi problemi di salute o disabilità temporanea? È giusto che il termine per impugnare inizi comunque a decorrere?
Con la sentenza n. 111 del 2025, la Corte Costituzionale ha detto no a questa stortura. Una decisione importantissima per migliaia di lavoratori in Italia, che chiarisce i limiti dell’art. 6 della legge n. 604/1966, cioè la norma che stabilisce entro quanto tempo un licenziamento può essere contestato.
Cosa prevedeva la legge prima della sentenza
Secondo la legge, il lavoratore che riceve una comunicazione di licenziamento ha 60 giorni di tempo per impugnarlo. Questo termine decorre dalla ricezione della lettera. Ma cosa succede se, in quel momento, il lavoratore non è in grado di reagire a causa di una condizione di incapacità naturale, come un ricovero, uno stato psicologico alterato, o una malattia grave?
Prima di questa sentenza, la legge non faceva alcuna eccezione: il termine partiva comunque dalla ricezione dell’atto, anche se il lavoratore non era materialmente in grado di capire o agire.
Cosa ha deciso la Corte Costituzionale
La Corte ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 6 nella parte in cui non tiene conto dello stato di incapacità del lavoratore al momento della ricezione del licenziamento. Secondo i giudici, questa rigidità viola:
- il diritto di difesa (art. 24 Costituzione),
- il principio di uguaglianza (art. 3),
- il diritto al lavoro (art. 4),
- e le norme europee e internazionali a tutela delle persone con disabilità.
Il lavoratore dev’essere messo nelle condizioni di impugnare il licenziamento solo quando è effettivamente in grado di farlo. In caso contrario, il termine deve iniziare dalla cessazione dello stato di incapacità.
Perché questa sentenza è importante
✅ Più tutela per i lavoratori fragili: chi si trova in condizioni di salute gravi, o è vittima di eventi che ne limitano la capacità di agire, non può essere penalizzato.
✅ Maggiori garanzie contro i licenziamenti illegittimi: la sentenza rafforza il diritto del lavoratore a far valere le proprie ragioni, anche in situazioni di particolare vulnerabilità.
✅ Certezza per i giudici e per i datori di lavoro: la Corte ha fornito una chiara interpretazione costituzionalmente orientata della norma.
Cosa cambia ora per i lavoratori
Dopo questa sentenza, i tribunali dovranno applicare l’art. 6 in modo conforme ai principi costituzionali, cioè tenendo conto dei casi in cui il lavoratore, al momento del licenziamento, si trovava in una situazione di incapacità accertata. Solo da quando sarà cessato tale stato potrà iniziare il termine per impugnare.
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