Piccolo spaccio e confisca dei beni: cosa ha deciso la Corte Costituzionale con la sentenza n. 166/2025
La Corte Costituzionale è tornata a parlare di confisca dei beni nei casi di piccolo spaccio di droga, e la decisione ha subito fatto discutere.
Con la sentenza n. 166/2025, i giudici hanno stabilito che la confisca allargata può essere applicata anche a chi è condannato per spaccio di lieve entità (art. 73, comma 5, DPR 309/90).
In pratica, anche chi viene condannato per un episodio di spaccio “minore” rischia di perdere i propri beni se non riesce a dimostrarne la provenienza lecita.
Cosa cambia davvero
La Corte non ha annullato la norma, ma ha chiarito che:
- la confisca non è automatica: il giudice deve valutare se i beni sono realmente sproporzionati rispetto ai redditi;
- resta fondamentale provare la liceità del denaro o dei beni;
- la norma può valere anche per fatti commessi prima della modifica del 2023, perché si tratta di una misura di sicurezza, non di una pena.
Perché è importante
Questa decisione segna un punto cruciale: il confine tra “piccolo spaccio” e confisca dei beni diventa più sottile.
Chi è coinvolto in procedimenti di questo tipo dovrà difendersi dimostrando la provenienza legittima del proprio patrimonio.
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