Disabilità e assegnazione casa familiare: Cassazione stabilisce che non basta il diritto astratto

Disabilità e diritto di famiglia: Cassazione stabilisce limiti all’assegnazione della casa

(A cura dell’ Avv. Fabiola De Stefano – Studio Legale De Stefano & Iacobacci, Avellino)

Recentemente la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23443 del 18 agosto 2025, ha fissato un principio essenziale nell’ambito del diritto di famiglia: l’assegnazione della casa familiare al genitore convivente con figlio maggiorenne disabile non è automatica, ma condizionata alla sussistenza di una convivenza stabile e attuale, concretamente verificabile.

Qual è la novità introdotta

  • La causa prendeva spunto da un caso in cui il figlio con disabilità grave era ricoverato in strutture residenziali già dal 2018. Nonostante ciò, la madre aveva ottenuto l’assegnazione dell’abitazione, giustificando che la casa fosse “luogo affettivo” e che, un giorno, la figlia potesse tornarvi.

  • La Cassazione ha accolto il ricorso del padre: in assenza di una convivenza attuale e reale, non può sussistere il diritto all’assegnazione. Non basta il mero ricordo del legame affettivo, né la speranza di un ritorno futuro incerto.

  • Il presupposto “indefettibile” è che la persona disabile e il genitore convivano nel momento dell’assegnazione e che il genitore fornisca cura, assistenza quotidiana e sostegno pratico.

Perché questa pronuncia è rilevante

Questo orientamento rappresenta un equilibrio tra due esigenze fondamentali:

  1. Tutela della persona con disabilità: il diritto alla casa familiare è riconosciuto anche per i figli maggiorenni portatori di handicap grave, ai sensi dell’art. 337-septies c.c.

  2. Realismo giuridico: non si può trasformare quel diritto in un beneficio automatico, scollegato dalla vita concreta. È infatti indispensabile che per l’assegnazione vi sia un legame attuale con l’abitazione.

La Cassazione richiama il principio secondo cui la tutela non può basarsi su ipotesi futuribili, ma deve essere ancorata al contesto reale e attuale.

Implicazioni pratiche per genitori e figure di tutela

  • Chi chiede l’assegnazione deve provare la convivenza attuale con il figlio disabile, non un progetto o un possibile ritorno.

  • Chi resiste all’assegnazione può contestare l’istanza se manca la convivenza o se questa è cessata.

  • È essenziale raccogliere prove documentali: residenza effettiva, contratti, atti di cura e assistenza quotidiana, relazioni mediche che dimostrino il legame con l’abitazione.

  • Il giudice, nel nuovo esame, dovrà verificare concretamente se il legame è presente e stabile, non semplicemente ipotizzato.

In sintesi

  • L’assegnazione automatica della casa non è più possibile se manca convivenza.

  • È indispensabile che il genitore e il figlio disabile vivano insieme concretamente al momento della decisione.

  • Chi chiede il riconoscimento deve produrre elementi oggettivi di convivenza e assistenza.

📞 Assistenza legale per casi di disabilità e assegnazione casa

Se stai valutando o hai ricevuto una richiesta di assegnazione della casa familiare in presenza di figlio con disabilità, lo Studio Legale De Stefano & Iacobacci può assisterti:

  • Analisi della situazione concreta e della convivenza attuale

  • Preparazione della domanda o della difesa in giudizio

  • Raccolta documentale e gestione della strategia processuale

Contatta l’Avv. Fabiola De Stefano per una consulenza dedicata.


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Perizia Medico-Legale: quando è necessaria e come funziona

Perizia Medico-Legale: Quando è Necessaria e Come Funziona

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

La perizia medico-legale è un documento fondamentale in molti procedimenti giudiziari, dalle cause per malasanità ai risarcimenti per infortuni. Ma cos’è esattamente e come si ottiene?

1. Cos’è una Perizia Medico-Legale?

Si tratta di una valutazione tecnica effettuata da un medico legale per stabilire:

  • L’entità di un danno fisico o psichico.
  • Il nesso causale tra danno subito e evento scatenante.
  • L’eventuale invalidità permanente derivante dal danno.

📌 Quando è necessaria?

  • Per richieste di risarcimento danni da incidente o errore medico.
  • Per cause di invalidità civile o infortuni sul lavoro.
  • Per stabilire l’entità dei danni in processi penali e civili.

2. Come Ottenere una Perizia Medico-Legale?

1️⃣ Scegliere un medico legale esperto nel settore della patologia da valutare.
2️⃣ Consegnare tutta la documentazione medica necessaria (referti, cartelle cliniche, esami diagnostici).
3️⃣ Effettuare la visita medico-legale, in cui l’esperto esamina il paziente.
4️⃣ Ricevere la perizia, che potrà essere utilizzata in un eventuale giudizio.

3. Cosa Fare se l’Assicurazione o l’INAIL Rifiutano il Risarcimento?

Se l’assicurazione o l’INAIL non riconoscono il danno:
Richiedere una contro-perizia con un esperto di parte.
Presentare un ricorso amministrativo entro i termini previsti.
Avviare un’azione legale per ottenere il riconoscimento del danno.

📌 La perizia medico-legale è spesso l’elemento chiave per vincere una causa. Se hai subito un danno e vuoi ottenere il giusto risarcimento, contatta un medico legale e un avvocato specializzato.

Risarcimento per Infortunio sul Lavoro: Diritti e Procedure

Risarcimento per Infortunio sul Lavoro: Diritti e Procedure

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Gli infortuni sul lavoro possono avere conseguenze gravi per la salute del lavoratore e la sua capacità di guadagno. La legge italiana prevede tutele e indennizzi, ma spesso le aziende o l’INAIL possono negare il risarcimento.

1. Differenza tra Infortunio e Malattia Professionale

  • Infortunio sul lavoro: evento traumatico avvenuto durante l’attività lavorativa che provoca un danno fisico.
  • Malattia professionale: patologia sviluppata a causa dell’esposizione prolungata a sostanze nocive o condizioni di lavoro usuranti.

📌 Esempi di malattie professionali: Asbestosi, ipoacusia da rumore, tendiniti croniche, stress lavoro-correlato.

2. Come Richiedere l’Indennizzo INAIL?

Se hai subito un infortunio, devi:
1️⃣ Informare subito il datore di lavoro.
2️⃣ Farti rilasciare un certificato medico INAIL.
3️⃣ Presentare la denuncia di infortunio entro 48 ore.

L’INAIL copre il danno con un’indennità giornaliera dal quarto giorno di assenza e con una rendita in caso di invalidità permanente.

3. Cosa Fare se il Datore di Lavoro o l’INAIL Negano la Responsabilità?

Se l’azienda nega l’infortunio o l’INAIL non riconosce l’indennizzo, puoi:
Impugnare il diniego INAIL con un ricorso amministrativo.
Presentare un ricorso al Tribunale del Lavoro.
Richiedere un risarcimento danni al datore di lavoro in caso di sua responsabilità.

📌 Se hai subito un infortunio e il risarcimento ti viene negato, un avvocato specializzato può aiutarti a ottenere il riconoscimento dei tuoi diritti.

Malasanità: quando si può chiedere un Risarcimento?

Malasanità: Quando si Può Chiedere un Risarcimento?

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Gli errori medici possono avere conseguenze gravi sulla salute dei pazienti. La legge italiana tutela chi subisce danni a causa di malasanità, permettendo di chiedere un risarcimento. Ma quando è possibile ottenere un indennizzo e quali sono i passaggi da seguire?

1. Cos’è la Responsabilità Medica?

La responsabilità medica si verifica quando un professionista sanitario (medico, chirurgo, infermiere) causa un danno al paziente per:

  • Errore diagnostico: diagnosi errata o ritardata.
  • Errore terapeutico: trattamento inadeguato o intervento chirurgico errato.
  • Omissione di cure: mancata esecuzione di interventi necessari.
  • Infezioni ospedaliere: contratte a causa di negligenza nella gestione sanitaria.

2. Quali Prove Servono per Dimostrare l’Errore Medico?

Per ottenere un risarcimento, è necessario dimostrare che:
✅ C’è stato un comportamento scorretto da parte del medico.
✅ Il paziente ha subito un danno.
✅ Esiste un nesso causale tra errore medico e danno subito.

Le prove principali sono:
📌 Cartelle cliniche e referti medici.
📌 Perizia medico-legale da un esperto.
📌 Testimonianze di altri medici o specialisti.

3. Procedura per Ottenere il Risarcimento

1️⃣ Raccolta della documentazione medica.
2️⃣ Richiesta di risarcimento all’ospedale o al medico responsabile.
3️⃣ Se il risarcimento viene negato, si può avviare una causa civile.

📌 Tempi per agire: La richiesta di risarcimento per malasanità deve essere fatta entro 10 anni per responsabilità contrattuale e 5 anni per responsabilità extracontrattuale.

Se hai subito un danno per errore medico, contatta un avvocato esperto in malasanità per tutelare i tuoi diritti.

Guida Pratica: cosa fare se il datore di lavoro non paga lo Stipendio

Guida Pratica: Cosa Fare se il Datore di Lavoro Non Paga lo Stipendio

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se il tuo stipendio non viene pagato regolarmente, la legge ti tutela con strumenti efficaci.

1. Verifica i Tempi di Pagamento

Il datore di lavoro è obbligato a pagare lo stipendio entro il giorno stabilito dal contratto. Se il pagamento è in ritardo o assente, è possibile agire legalmente.

2. Cosa Fare Se il Datore di Lavoro Non Paga?

1️⃣ Invia una diffida con richiesta di pagamento formale.
2️⃣ Segnala la situazione all’Ispettorato del Lavoro.
3️⃣ Richiedi il pignoramento dello stipendio del datore di lavoro, se possibile.
4️⃣ Presenta un ricorso al Tribunale del Lavoro per ottenere il recupero delle somme non pagate.

📌 Importante: Se il datore di lavoro continua a non pagare, è possibile avviare un’azione esecutiva per ottenere il pagamento forzato.

Guida Pratica: come ottenere l’Invalidità e i benefici INPS

Guida Pratica: Come Ottenere l’Invalidità e i Benefici INPS

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se hai una ridotta capacità lavorativa, puoi richiedere l’invalidità civile o l’assegno ordinario di invalidità.

1. Quali sono i Requisiti?

  • Invalidità civile: Per chi ha una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 33%.
  • Assegno ordinario di invalidità: Per lavoratori con almeno 5 anni di contributi, di cui 3 negli ultimi 5 anni.
  • Indennità di accompagnamento: Per chi ha invalidità 100% e non è autosufficiente.

2. Come Presentare la Domanda

1️⃣ Fatti rilasciare il certificato medico telematico dal tuo medico di base.
2️⃣ Presenta la domanda sul portale INPS.
3️⃣ Sostieni la visita della commissione medica INPS.
4️⃣ Attendi l’esito: se viene rifiutata, è possibile fare ricorso entro 180 giorni.

📌 Se la tua richiesta viene negata ingiustamente, puoi agire legalmente per ottenere il beneficio.

Guida Pratica: come impugnare un Licenziamento e far valere i Propri Diritti

Guida Pratica: Come Impugnare un Licenziamento e Far Valere i Propri Diritti

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Se ritieni che il tuo licenziamento sia ingiusto, puoi impugnarlo legalmente.

1. Verifica se il licenziamento è illegittimo

Controlla se:
✅ Il datore di lavoro ha fornito una motivazione valida.
✅ Sono state rispettate le procedure previste dal contratto collettivo.
✅ Il licenziamento è stato comunicato in forma scritta.

Se una di queste condizioni non è rispettata, il licenziamento potrebbe essere impugnato.

2. Procedura per impugnare il licenziamento

1️⃣ Invia una lettera di impugnazione al datore di lavoro entro 60 giorni.
2️⃣ Chiedi un tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato del Lavoro.
3️⃣ Se la conciliazione fallisce, presenta ricorso al Tribunale del Lavoro entro 180 giorni.

📌 Se il giudice riconosce l’illegittimità, puoi ottenere:

  • La reintegrazione sul posto di lavoro.
  • Un risarcimento fino a 36 mensilità.

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FAQ: le Domande più frequenti su Licenziamento, Previdenza e Diritti dei Lavoratori

FAQ: Le Domande Più Frequenti su Licenziamento, Previdenza e Diritti dei Lavoratori

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

1. Quando un licenziamento è considerato illegittimo?

Un licenziamento è illegittimo se:

  • Non ha una motivazione valida (es. ristrutturazione fittizia dell’azienda).
  • È discriminatorio (legato a razza, genere, religione, disabilità, opinioni politiche).
  • Non rispetta le procedure previste dalla legge e dal contratto collettivo.

In questi casi, il lavoratore può impugnare il licenziamento per ottenere la reintegrazione o un risarcimento.

2. Cosa posso fare se il datore di lavoro non mi paga lo stipendio?

Se il datore di lavoro non paga la retribuzione dovuta, puoi:
Inviare una diffida tramite avvocato o sindacato.
Segnalare il caso all’Ispettorato del Lavoro.
Ricorrere al Tribunale del Lavoro per ottenere il pagamento forzato.

3. Ho diritto a ferie retribuite?

Sì. La legge prevede almeno 4 settimane di ferie retribuite all’anno. Il datore di lavoro non può negarle.

Se non vengono concesse o retribuite, puoi chiedere un intervento sindacale o ricorrere al giudice del lavoro.

4. Come posso ottenere la pensione anticipata?

Per ottenere la pensione anticipata nel 2024 puoi scegliere tra diverse opzioni:

  • Pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne).
  • Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi.
  • Ape Sociale: Per lavori usuranti o disoccupati over 63.

Se l’INPS nega la pensione, è possibile fare ricorso.

5. Come posso richiedere l’invalidità civile o l’indennità di accompagnamento?

1️⃣ Chiedi un certificato medico introduttivo dal tuo medico curante.
2️⃣ Invia la domanda online tramite il sito INPS.
3️⃣ Sostieni la visita della commissione medica INPS.

Se la domanda viene rifiutata, puoi presentare ricorso legale entro 180 giorni.

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Diritti dei Lavoratori: Retribuzione, Ferie e Malattia

Diritti dei Lavoratori: Retribuzione, Ferie e Malattia

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Ogni lavoratore ha diritti fondamentali che devono essere rispettati dal datore di lavoro. La legge italiana tutela i dipendenti su retribuzione, ferie, permessi e malattia.

1. Minimi Retributivi e Pagamenti Irregolari

Tutti i lavoratori hanno diritto a:
✅ Una retribuzione minima garantita dal contratto collettivo nazionale.
✅ Il pagamento puntuale dello stipendio entro i termini previsti dal contratto.
✅ Il trattamento di fine rapporto (TFR) alla cessazione del rapporto di lavoro.

Se il datore di lavoro non paga lo stipendio o versa importi inferiori al dovuto, il lavoratore può:

  • Inviare una diffida con richiesta di pagamento.
  • Denunciare il datore di lavoro all’Ispettorato del Lavoro.
  • Ricorrere al Tribunale del Lavoro per ottenere il recupero delle somme dovute.

2. Ferie e Permessi

La legge garantisce almeno 4 settimane di ferie retribuite all’anno.
📌 Cosa fare se le ferie vengono negate? Il lavoratore può segnalare la violazione all’Ispettorato del Lavoro o agire legalmente.

Altri permessi previsti dalla legge:
Permessi per malattia: Il lavoratore deve avvisare il datore di lavoro e inviare il certificato medico INPS.
Permessi retribuiti per motivi personali o familiari (es. lutti, matrimonio, assistenza disabili – legge 104/92).

3. Infortunio e Malattia: Quali Sono i Diritti?

  • In caso di infortunio sul lavoro, il lavoratore ha diritto a risarcimento e indennità INAIL.
  • Durante la malattia, il datore di lavoro deve garantire il pagamento dello stipendio secondo le regole del contratto collettivo.
📌 Se il datore di lavoro non riconosce malattia o infortunio?
Si può impugnare il rifiuto presso il Tribunale del Lavoro e richiedere il risarcimento.

Pensione e Invalidità: come ottenere i benefici previdenziali

Pensione e Invalidità: Come Ottenere i Benefici Previdenziali

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

La previdenza sociale garantisce ai lavoratori una serie di diritti economici, tra cui la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata e i benefici per invalidità. Tuttavia, il percorso per ottenerli può essere complesso e richiedere un’assistenza legale specializzata.

1. Tipologie di Pensione e Requisiti

La legge prevede diverse tipologie di pensione:

  • Pensione di vecchiaia: Raggiunti i 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione anticipata: Richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
  • Quota 103 (2024): Pensione anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Se l’INPS nega la pensione, è possibile presentare ricorso amministrativo e, in caso di esito negativo, ricorrere al Tribunale del Lavoro.

2. Invalidità Civile e Accompagnamento

Le prestazioni per invalidità sono concesse a chi ha una ridotta capacità lavorativa. Le principali misure sono:

  • Invalidità civile (dal 33% al 100% di riduzione della capacità lavorativa).
  • Assegno ordinario di invalidità (per chi ha almeno 5 anni di contributi).
  • Indennità di accompagnamento (per chi non è autosufficiente).

📌 Come richiedere l’invalidità:
1️⃣ Visita medica con certificato del medico curante.
2️⃣ Invio della domanda tramite il portale INPS.
3️⃣ Valutazione da parte della commissione medica INPS.
4️⃣ Se la domanda viene respinta, è possibile fare ricorso entro 180 giorni.

Se hai difficoltà a ottenere la pensione o l’invalidità, rivolgiti a un avvocato specializzato per tutelare i tuoi diritti.
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