In sede di applicazione della pena ex art. 444 c.p.p., tutte le statuizioni non illegittime concordate dalle parti e recepite in sentenza, in quanto manifestazione di un generale potere dispositivo che la legge riconosce con questo istituto alle parti e che il giudice ratifica, non possono essere poi rimesse in discussione dalle parti medesime con il ricorso per cassazione. Ne consegue che la parte che abbia prestato il proprio all’applicazione di un determinato trattamento sanzionatorio non può poi dolersi della successiva ratifica del patto da parte del giudice, neppure sotto il profilo del difetto o del vizio di motivazione, in quanto ha implicitamente esonerato quest’ultimo dell’obbligo di rendere conto dei punti non controversi della decisione
Cass. pen., Sez. feriale, 4 agosto 2011, n. 30881
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