Pensione e Invalidità: come ottenere i benefici previdenziali

Pensione e Invalidità: Come Ottenere i Benefici Previdenziali

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

La previdenza sociale garantisce ai lavoratori una serie di diritti economici, tra cui la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata e i benefici per invalidità. Tuttavia, il percorso per ottenerli può essere complesso e richiedere un’assistenza legale specializzata.

1. Tipologie di Pensione e Requisiti

La legge prevede diverse tipologie di pensione:

  • Pensione di vecchiaia: Raggiunti i 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
  • Pensione anticipata: Richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
  • Quota 103 (2024): Pensione anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Se l’INPS nega la pensione, è possibile presentare ricorso amministrativo e, in caso di esito negativo, ricorrere al Tribunale del Lavoro.

2. Invalidità Civile e Accompagnamento

Le prestazioni per invalidità sono concesse a chi ha una ridotta capacità lavorativa. Le principali misure sono:

  • Invalidità civile (dal 33% al 100% di riduzione della capacità lavorativa).
  • Assegno ordinario di invalidità (per chi ha almeno 5 anni di contributi).
  • Indennità di accompagnamento (per chi non è autosufficiente).

📌 Come richiedere l’invalidità:
1️⃣ Visita medica con certificato del medico curante.
2️⃣ Invio della domanda tramite il portale INPS.
3️⃣ Valutazione da parte della commissione medica INPS.
4️⃣ Se la domanda viene respinta, è possibile fare ricorso entro 180 giorni.

Se hai difficoltà a ottenere la pensione o l’invalidità, rivolgiti a un avvocato specializzato per tutelare i tuoi diritti.

Licenziamento: quando è illegittimo e come impugnarlo

Licenziamento: Quando è Illegittimo e Come Impugnarlo

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Il licenziamento è un atto con cui il datore di lavoro pone fine al rapporto di lavoro con un dipendente. Tuttavia, non tutti i licenziamenti sono legittimi. Il lavoratore ha diritto a impugnarlo se ritiene che siano stati violati i suoi diritti.

1. Tipologie di Licenziamento

La legge italiana prevede tre principali tipologie di licenziamento:

  • Licenziamento per giusta causa: Il lavoratore ha commesso una grave violazione del contratto (es. furto, insubordinazione grave).
  • Licenziamento per giustificato motivo soggettivo: Motivato da una condotta scorretta del lavoratore, ma meno grave della giusta causa.
  • Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: Dovuto a motivi aziendali (crisi economica, riorganizzazione, chiusura reparto).

Esiste anche il licenziamento discriminatorio (basato su sesso, religione, disabilità, opinioni politiche), che è sempre illegittimo e può essere impugnato con maggiore forza.

2. Quando il Licenziamento è Illegittimo?

Un licenziamento può essere impugnato se:
✅ Non viene fornita una motivazione valida.
✅ È discriminatorio o ritorsivo.
✅ Non rispetta le procedure di comunicazione previste dalla legge.
✅ Non sono state rispettate le tutele previste per i lavoratori protetti (es. donne in maternità, rappresentanti sindacali).

3. Come Impugnare un Licenziamento

1️⃣ Invio di una lettera di impugnazione entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento.
2️⃣ Tentativo di conciliazione presso l’Ispettorato del Lavoro o il tribunale.
3️⃣ Azione legale: Se la conciliazione fallisce, il lavoratore può ricorrere al Tribunale del Lavoro entro 180 giorni.

📌 Importante: Se il licenziamento viene dichiarato nullo o illegittimo, il giudice può ordinare la reintegrazione sul posto di lavoro o un risarcimento economico fino a 36 mensilità.

Se hai subito un licenziamento che ritieni ingiusto, contatta un avvocato esperto in diritto del lavoro per tutelare i tuoi diritti.

Caso Studio: Affidamento esclusivo e tutela del minore – Il Caso di [Omissis]

Caso Studio: Affidamento Esclusivo e Tutela del Minore – Il Caso di [Omissis]

Premessa

Questa vicenda riguarda una coppia separata con un figlio minore di 8 anni. La madre ([Omissis]) ha richiesto l’affidamento esclusivo del bambino, sostenendo che il padre ([Omissis]) non fosse idoneo a garantire un ambiente stabile e sicuro per il minore. Il padre si è opposto, chiedendo invece l’affidamento condiviso.

Situazione Iniziale

Dopo la separazione, il minore ha vissuto prevalentemente con la madre, che si è occupata della sua crescita e della sua educazione scolastica. Il padre aveva un diritto di visita stabilito dal tribunale. Tuttavia, negli ultimi mesi, la madre ha rilevato comportamenti inadeguati del padre durante gli incontri con il figlio, tra cui:

  • Mancanza di supervisione del minore durante le visite;
  • Episodi documentati di trascuratezza;
  • Testimonianze di disagio emotivo del bambino al ritorno dagli incontri con il padre;
  • Ritardi nei versamenti dell’assegno di mantenimento.

Azioni Legali Intrattenute dall’Avvocato della Madre

  1. Raccolta di prove e documentazione: La madre ha presentato prove concrete, tra cui messaggi, registrazioni e testimonianze di educatori scolastici che confermavano il disagio del bambino.
  2. Richiesta di revisione delle condizioni di affidamento: È stato depositato un ricorso al Tribunale dei Minori per la modifica dell’affidamento da condiviso a esclusivo.
  3. Coinvolgimento dei Servizi Sociali: La madre ha richiesto una relazione degli assistenti sociali per dimostrare le difficoltà del padre nel garantire un ambiente idoneo.
  4. Udienza e ascolto del minore: Il giudice ha disposto un’audizione del bambino, compatibilmente con la sua età, per comprendere il suo stato emotivo.

Decisione del Tribunale

Dopo aver valutato la documentazione e le testimonianze, il Tribunale ha stabilito:

  • L’affidamento esclusivo del minore alla madre, con diritto di visita regolamentato per il padre;
  • L’obbligo per il padre di seguire un percorso di supporto genitoriale;
  • Il mantenimento dell’assegno a favore del minore, con possibilità di esecuzione forzata in caso di inadempienza.

Conclusione e Implicazioni

Questo caso dimostra l’importanza della tutela del minore nelle decisioni giudiziarie e l’efficacia di un’azione legale ben strutturata. Grazie al supporto legale, la madre ha ottenuto una revisione dell’affidamento per garantire un ambiente più stabile e sicuro per il figlio.

📌 Hai bisogno di assistenza legale per una questione di affidamento? Il nostro studio è a tua disposizione per offrirti la migliore strategia di tutela legale e garantire il benessere del minore.

Guida Pratica: Come avviare una Separazione o un Divorzio in Italia

Guida Pratica: Come Avviare una Separazione o un Divorzio in Italia

Affrontare una separazione o un divorzio è un passo importante che richiede consapevolezza e il supporto di un avvocato. Ecco una guida completa per avviare la procedura.

1. Tipologie di Separazione e Divorzio

Prima di procedere, è importante distinguere:

  • Separazione consensuale: i coniugi trovano un accordo e il procedimento è rapido.
  • Separazione giudiziale: i coniugi non trovano un accordo e il tribunale decide sulle condizioni.
  • Divorzio congiunto: entrambi i coniugi sono d’accordo e il divorzio avviene rapidamente.
  • Divorzio giudiziale: se non c’è accordo, il tribunale decide le condizioni del divorzio.

2. Documenti Necessari per Separazione e Divorzio

📂 Carta d’identità e codice fiscale
📂 Certificato di matrimonio
📂 Dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni
📂 Eventuali accordi patrimoniali o pre-accordi tra i coniugi

3. Procedura Passo Dopo Passo

🔹 Fase 1: Avvio della Separazione

  • Presentazione del ricorso con l’assistenza di un avvocato.
  • Se è consensuale, il tribunale approva rapidamente l’accordo.
  • Se è giudiziale, si avvia una causa che può durare mesi o anni.

🔹 Fase 2: Attesa per il Divorzio

  • Dopo 6 mesi (separazione consensuale) o 12 mesi (separazione giudiziale), puoi richiedere il divorzio.

🔹 Fase 3: Ottenimento del Divorzio

  • Se è consensuale, il procedimento dura poche settimane.
  • Se è giudiziale, il tribunale analizza il caso e prende una decisione.

4. Costi e Tempi

  • Separazione consensuale: può concludersi in pochi mesi con costi contenuti.
  • Separazione giudiziale: può durare anche anni ed essere più costosa.
  • Divorzio congiunto: rapido e meno costoso.
  • Divorzio giudiziale: dipende dalle controversie da risolvere.
📌 Consiglio: La scelta di una separazione o divorzio consensuale permette di risparmiare tempo e denaro. Un avvocato esperto può aiutarti a trovare la soluzione migliore.

Guida Pratica: Come ottenere e far valere l’Assegno di Mantenimento

Guida Pratica: Come Ottenere e Far Valere l’Assegno di Mantenimento

L’assegno di mantenimento è un diritto fondamentale per i figli e, in alcuni casi, per l’ex coniuge economicamente più debole. Se l’ex partner non paga il mantenimento stabilito dal giudice, esistono strumenti legali per ottenerlo.

1. Chi Ha Diritto all’Assegno di Mantenimento?

  • Figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti: il genitore non convivente deve contribuire al loro mantenimento.
  • Ex coniuge economicamente più debole: può ricevere un assegno se dimostra che la separazione ha causato un grave squilibrio economico.

2. Come Si Richiede l’Assegno?

L’assegno viene richiesto:
1️⃣ Durante la separazione o il divorzio: il giudice ne stabilisce l’importo.
2️⃣ Successivamente, se la situazione economica cambia: puoi chiedere una revisione dell’importo.

3. Cosa Fare se l’Assegno Non Viene Pagato?

Se l’ex coniuge smette di pagare, puoi agire in diversi modi:

  • Decreto ingiuntivo: con un avvocato, puoi ottenere il pignoramento dello stipendio o del conto corrente del debitore.
  • Denuncia penale: il mancato pagamento del mantenimento è un reato (art. 570 c.p.).
  • Segnalazione al Tribunale: il giudice può adottare misure coercitive per obbligare al pagamento.
📌 Consiglio: Se hai problemi con il recupero del mantenimento, consulta un avvocato esperto per attivare le procedure più rapide ed efficaci.

Assegno di Mantenimento per il Coniuge e i Figli: Diritti, Calcolo e Cosa Fare in Caso di Mancato Pagamento

Assegno di Mantenimento per il Coniuge e i Figli: Diritti, Calcolo e Cosa Fare in Caso di Mancato Pagamento

di Fabiola De Stefano

L’assegno di mantenimento è un contributo economico che un coniuge può dover versare all’altro o ai figli dopo la separazione o il divorzio. Vediamo quando è dovuto e come ottenerlo.

1. Chi Ha Diritto all’Assegno di Mantenimento?

  • Il coniuge economicamente più debole, se la separazione o il divorzio hanno causato uno squilibrio finanziario.
  • I figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti.

2. Come Si Calcola l’Assegno di Mantenimento?

Il giudice considera vari elementi:

  • Reddito e patrimonio di entrambi i coniugi.
  • Tenore di vita durante il matrimonio.
  • Spese per i figli (istruzione, sanità, svago).

L’importo può essere ridotto o aumentato se cambiano le condizioni economiche dei coniugi.

3. Mancato Pagamento: Come Far Valere il Proprio Diritto

Se l’ex coniuge non versa l’assegno, si possono adottare diverse soluzioni:

  • Decreto ingiuntivo: Per ottenere il pignoramento dello stipendio o del conto corrente.
  • Azione penale: Il mancato pagamento può costituire reato (art. 570 c.p.).

4. Quando l’Assegno Può Essere Revocato?

  • Se l’ex coniuge beneficiario si risposa.
  • Se il beneficiario trova un’occupazione che gli garantisce indipendenza economica.
  • Se i figli diventano economicamente autosufficienti.
L’assegno di mantenimento è un diritto tutelato dalla legge.
Se hai bisogno di assistenza, contatta un avvocato esperto per difendere i tuoi interessi.

Come presentare un ricorso alla CEDU: guida pratica per i cittadini italiani

Come Presentare un Ricorso alla CEDU: Guida Pratica per i Cittadini Italiani

di Danilo Iacobacci – fondatore De Stefano & Iacobacci Avvocati

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) è un organo giurisdizionale internazionale che tutela i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Presentare un ricorso alla CEDU è un’opportunità per chi ritiene che i propri diritti siano stati violati da uno Stato membro del Consiglio d’Europa. In questa guida vedremo chi può ricorrere alla CEDU, quali sono i requisiti di ammissibilità e la procedura da seguire.

1. Chi Può Presentare un Ricorso alla CEDU?

Possono presentare un ricorso:

  • Singoli cittadini che ritengono di aver subito una violazione dei propri diritti da parte dello Stato.
  • Gruppi di persone o organizzazioni che hanno subito un danno per effetto di una decisione statale.
  • Persone giuridiche, come aziende o associazioni, che subiscono una violazione dei diritti garantiti dalla Convenzione.

2. Requisiti di Ammissibilità del Ricorso

Affinché un ricorso alla CEDU sia ammissibile, deve rispettare i seguenti requisiti:

  • Esaurimento dei rimedi nazionali: prima di rivolgersi alla CEDU, il ricorrente deve aver tentato tutti i rimedi disponibili nel proprio Paese, inclusi eventuali ricorsi in Cassazione o dinanzi alla Corte Costituzionale.
  • Violazione di un diritto tutelato dalla Convenzione: il ricorso deve riguardare un diritto garantito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo o dai suoi protocolli aggiuntivi.
  • Presentazione entro 4 mesi dalla decisione definitiva: il ricorso deve essere inviato entro 4 mesi dalla decisione definitiva dell’ultima autorità giudiziaria nazionale competente.
  • Danno significativo: la violazione lamentata deve aver causato un danno rilevante e concreto.
  • Non anonimato: il ricorso non può essere anonimo e deve contenere le informazioni complete del ricorrente.

3. Procedura per Presentare un Ricorso alla CEDU

  1. Compilazione del modulo di ricorso: Il modulo ufficiale è disponibile sul sito della CEDU e deve essere compilato in ogni sua parte, includendo una descrizione dettagliata dei fatti, delle decisioni nazionali e delle violazioni lamentate.
  2. Invio del ricorso: Il modulo deve essere inviato per posta alla sede della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo, all’indirizzo:

    Cour Européenne des Droits de l’Homme Conseil de l’Europe, 67075 Strasbourg Cedex, France

  3. Esame preliminare di ammissibilità: La Corte verifica se il ricorso rispetta i criteri formali. In caso contrario, viene dichiarato inammissibile senza ulteriore esame.
  4. Fase di merito: Se il ricorso è ritenuto ammissibile, viene comunicato allo Stato interessato, che deve rispondere alle accuse.
  5. Decisione della Corte: La CEDU può emettere una sentenza di condanna per lo Stato in caso di violazione accertata, con l’eventuale obbligo di risarcire il ricorrente.

4. Errori da Evitare nel Ricorso alla CEDU

Molti ricorsi vengono respinti per errori procedurali. Ecco alcuni dei più comuni:

  • Mancato rispetto del termine di 4 mesi.
  • Ricorso anonimo o privo di firma.
  • Mancanza di prove concrete della violazione denunciata.
  • Richiesta generica e non dettagliata.
  • Mancato esaurimento delle vie di ricorso interne.

5. Conclusione

Presentare un ricorso alla CEDU può essere un percorso complesso, ma rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela dei diritti fondamentali. Affidarsi a un avvocato esperto in ricorsi alla CEDU può aumentare le probabilità di successo e garantire il rispetto dei requisiti procedurali.

Se hai bisogno di assistenza legale per un ricorso alla CEDU, contatta l’Avvocato Danilo Iacobacci, specializzato nella tutela dei diritti umani e nei ricorsi internazionali.

Ricorso in Cassazione: quando è possibile, come funziona e quali errori evitare

Ricorso in Cassazione: Quando è Possibile, Come Funziona e Quali Errori Evitare

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultima possibilità per impugnare una sentenza emessa in secondo grado. La Corte di Cassazione non riesamina i fatti del caso, ma valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme giuridiche. Di seguito una guida pratica per comprendere quando è possibile ricorrere in Cassazione, come funziona la procedura e quali sono gli errori da evitare.

1. Quando è Possibile Ricorrere in Cassazione?

Il ricorso in Cassazione è consentito nei seguenti casi:

  • Violazione di legge: Se la sentenza impugnata ha applicato erroneamente una norma giuridica.
  • Vizio di motivazione: Se la motivazione della sentenza è assente, contraddittoria o illogica.
  • Incompetenza del giudice: Se la sentenza è stata emessa da un giudice che non aveva la competenza per giudicare il caso.
  • Errata interpretazione delle prove: Anche se la Cassazione non riesamina i fatti, può intervenire se vi è stata una manifesta illogicità nella valutazione delle prove.

Non è possibile ricorrere in Cassazione per questioni di merito, ovvero per chiedere una nuova valutazione dei fatti o delle prove.

2. Come Funziona la Procedura di Ricorso in Cassazione?

La procedura di ricorso in Cassazione segue specifici passaggi:

  1. Presentazione del ricorso: Deve essere redatto da un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione entro un termine preciso.
  2. Deposito del ricorso: Il ricorso deve essere depositato con modalità precise dal legale.
  3. Esame preliminare: La Corte verifica se il ricorso è ammissibile. Se risulta inammissibile, viene rigettato senza discussione.
  4. Udienza pubblica o in Camera di Consiglio: Se il ricorso supera il vaglio preliminare, viene discusso in pubblica udienza o in camera di consiglio.
  5. Decisione della Corte: La Cassazione può accogliere o rigettare il ricorso, annullare la sentenza impugnata con o senza rinvio ad altra corte.

3. Quali Errori Evitare nel Ricorso in Cassazione?

Molti ricorsi in Cassazione vengono dichiarati inammissibili a causa di errori procedurali. Ecco alcuni degli errori più comuni da evitare:

  • Mancanza di specificità: Il ricorso deve indicare chiaramente i motivi per cui si contesta la sentenza, senza genericità.
  • Ricorso basato su questioni di merito: La Cassazione non riesamina i fatti, quindi argomentazioni basate sulla rivalutazione delle prove saranno respinte.
  • Errori formali: Scadenze non rispettate, mancata indicazione degli atti impugnati o errata redazione del ricorso possono determinare l’inammissibilità.
  • Motivazioni generiche o contraddittorie: Il ricorso deve contenere argomentazioni logiche e coerenti, evitando motivazioni vaghe o incoerenti.

4. Conclusioni

Il ricorso in Cassazione rappresenta un’opportunità fondamentale per correggere errori giuridici nelle sentenze di secondo grado, ma deve essere impostato con precisione e professionalità. Affidarsi a un avvocato cassazionista esperto è essenziale per massimizzare le possibilità di successo.

Se hai bisogno di assistenza legale per un ricorso in Cassazione, contatta lo Studio Legale De Stefano & Iacobacci, specializzato in difesa penale e impugnazioni in Cassazione.

Guida Completa al Processo Penale in Italia: Fasi, Diritti e Difese

Guida Completa al Processo Penale in Italia: Fasi, Diritti e Difese

di De Stefano & Iacobacci Avvocati

Il processo penale in Italia segue un iter ben preciso, articolato in diverse fasi, ognuna delle quali riveste un ruolo fondamentale nella determinazione della responsabilità dell’imputato. Conoscere le tappe del procedimento e i diritti garantiti dalla legge è essenziale per chiunque si trovi coinvolto in un processo penale, sia come imputato che come parte lesa.

1. Le Fasi del Processo Penale

Indagini Preliminari

La fase iniziale del processo penale è rappresentata dalle indagini preliminari, durante le quali il Pubblico Ministero (PM) raccoglie prove per stabilire se vi siano elementi sufficienti per procedere con un’accusa formale. Questa fase può durare fino a sei mesi per i reati meno gravi e fino a un anno per quelli più complessi, con possibilità di proroga nei casi previsti dalla legge.

  • Soggetti coinvolti: PM, Polizia Giudiziaria, indagato, persona offesa.
  • Possibili esiti: richiesta di archiviazione o esercizio dell’azione penale con rinvio a giudizio.

Udienza Preliminare

Nei casi più gravi, il PM deve sottoporre la propria richiesta al giudice per l’udienza preliminare (GUP). L’obiettivo è verificare se vi siano elementi sufficienti per procedere con il processo vero e proprio.

  • Possibili esiti: rinvio a giudizio, proscioglimento, riti alternativi (patteggiamento, giudizio abbreviato, ecc.).

Dibattimento

Se il giudice ritiene che vi siano elementi sufficienti, il processo entra nella fase dibattimentale, in cui si svolge il confronto tra accusa e difesa. Qui vengono escussi i testimoni, acquisite prove e discusse le argomentazioni legali.

  • Durata: variabile, a seconda della complessità del caso e del numero di testimoni e prove da esaminare.
  • Possibili esiti: condanna o assoluzione.

Sentenza e Impugnazioni

Dopo il dibattimento, il giudice emette una sentenza che può essere impugnata in Appello o in Cassazione.

  • Appello: verifica la legittimità della sentenza di primo grado e può confermare, modificare o annullare la decisione.
  • Cassazione: valuta solo gli aspetti di legittimità della sentenza, senza riesaminare i fatti.

2. Diritti dell’Imputato nel Processo Penale

Il nostro ordinamento garantisce all’imputato numerosi diritti fondamentali, tra cui:

  • Presunzione di innocenza fino a condanna definitiva.
  • Diritto alla difesa con un avvocato di fiducia o un difensore d’ufficio.
  • Diritto a un processo equo e in tempi ragionevoli, sancito anche dalla CEDU.
  • Facoltà di non rispondere senza che ciò implichi un’ammissione di colpa.

3. Strategie di Difesa e Riti Alternativi

L’imputato ha diverse opzioni per la propria difesa:

  • Giudizio abbreviato: permette di ottenere uno sconto di pena del terzo in cambio della rinuncia al dibattimento.
  • Patteggiamento: accordo con il PM per una pena ridotta, se il reato lo consente.
  • Opposizione a misure cautelari: in caso di arresto o misure restrittive, il difensore può presentare istanze di revoca o modifica.

4. Conclusione

Comprendere le fasi del processo penale e i diritti dell’imputato è essenziale per affrontare consapevolmente un procedimento giudiziario. Se sei coinvolto in un’indagine o in un processo penale, affidarsi a un avvocato penalista esperto è fondamentale per garantire una difesa efficace.

Hai bisogno di una consulenza legale? Contatta lo Studio Legale De Stefano & Iacobacci, specializzato in difesa penale, ricorsi in Cassazione e ricorsi alla CEDU.

Avvocato esperto in ricorsi per revocazione civile e rimedi dopo il passaggio in giudicato delle sentenze civili

De Stefano & Iacobacci è uno Studio Legale esperto in ricorsi per revocazione civile e rimedi dopo il passaggio in giudicato delle sentenze civili

Nell’ordinamento italiano dopo il passaggio in giudicato di una sentenza civile i rimedi straordinari esperibili sono limitati e disciplinati dal codice di procedura civile.

I principali sono:
  1. Revocazione straordinaria (art. 395 c.p.c.)
    La revocazione può essere chiesta nei seguenti casi eccezionali:

    • Dolo della parte vincitrice ai danni dell’altra parte.
    • Falsità di prove o documenti su cui si è fondata la sentenza.
    • Errore di fatto manifesto (art. 395 n. 4 c.p.c.), ossia quando il giudice ha supposto inesistente un fatto pacificamente provato o viceversa.
    • Ritrovamento di documenti decisivi non utilizzabili prima per cause di forza maggiore.
    • Condanna penale del giudice per fatti legati alla causa.

     

  2. Opposizione di terzo revocatoria (art. 404, comma 2, c.p.c.)
    Può essere esperita da un terzo che non ha partecipato al giudizio ma che è stato pregiudicato dalla sentenza, quando questa è l’effetto di dolo o collusione tra le parti a suo danno.
  3. Ricorso per Cassazione ex art. 395, n. 4 c.p.c.
    Se si verifica un errore revocatorio, è possibile ricorrere alla Corte di Cassazione in sede di revocazione straordinaria.
  4. Revisione delle sentenze passate in giudicato in materia di status delle persone (art. 397 c.p.c.)
    È possibile solo in materia di stato e capacità delle persone, per esempio in caso di falsità del matrimonio o di riconoscimento di paternità basato su prove false.
Vi sono poi Rimedi costituzionali e sovranazionali
    • Ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) per violazione di diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
    • Revisione della sentenza in seguito a condanna dell’Italia da parte della CEDU, se il giudizio nazionale è stato ritenuto ingiusto.

 

V’è poi la Rimessione in termini per cause di forza maggiore, ma solo in situazioni eccezionali.

Vi è infine l’Azione di disapplicazione (in materia amministrativa e tributaria) essa si ha se la sentenza si basa su un atto amministrativo illegittimo, è possibile ottenere la disapplicazione dell’atto in un successivo giudizio.

Questi rimedi sono eccezionali e necessitano di rigorosi presupposti.
Hai bisogno di una consulenza legale in materia? Sottoponici il tuo caso e verifica se puoi fare ancora qualcosa per rimediare contro una sentenza civile che ti ha visto socombere
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